Roberto Capuzzo, "Senza vera regola", con immagini di Carlo Guarienti, Gli Ori 2018, nota di Flavio Ermini

Roberto Capuzzo pone con la sua poesia la questione teoretica del contenuto di verità della parola.

Pone la domanda circa la possibilità della parola poetica di essere evento veritativo, luogo del dis-velamento, del senso nascosto.

C’è un pensare che accade nel linguaggio e questo pensare si schiude solo a chi inizia a muoversi mimeticamente entrando con esso in sintonia.

Come se per scrivere poesia si dovesse prima danzare insieme alle parole.

Tanto da far pensare che l’essenziale – come suggeriscono le tavole di Carlo Guarienti – non vada cercato, bensì atteso.

Da qui nasce il nostro dovere di rendere accogliente la nostra casa poetica.

 

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Inspira, espira

esposta oltre il margine

ristabilizza l’equilibrio.

 

Per un solo attimo ha inseguito

la sagoma dentro il profondo,

quegl’istanti

sospendono il respiro.

 

***

Violagiallo il colore

sgranato per punti

sulla costa.

 

Da lontano lo stesso luogo

è macchia, oltre ancora, volto.

 

Nascosto nella sabbia

hanno sguardo gli occhi

la mano sospesa

del corpo divenuto crosta.

 

Dello stare rovente fino al mare

la traccia è impercettibile.