Andrea Rompianesi, dalla raccolta inedita “Ermeneutica imprevista”, nota di Laura Caccia

Un’altra danza

 

Appare, a prima vista, come un potente ossimoro, che spalanca domande di senso, il titolo della raccolta di Andrea Rompianesi Ermeneutica imprevista. Induce a chiedersi come possa l’esito di un processo, che richiede metodologie razionali e sforzi interpretativi, mostrarsi in modo inatteso, quasi a sgorgare da un inciampo o da un’illuminazione.

I testi ne sono esempio. Poiché articolare il linguaggio poetico, in modo da consentire che qualcosa di imprevisto emerga dai versi, è la scelta dell’autore che ci presenta il tentativo di mettere in atto una inaspettata ermeneutica: una diversa e altra modalità di interpretazione del reale che richiede un pensiero diverso e altro, dove, nelle possibilità aperte dalla rifrazione, la lingua si deformi e assuma significati distorti e plurimi.

Una rifrazione che, nella raccolta, si mostra colma di risonanze e di forme ripetute, sia negli echi interni ad ogni testo, sia nelle duplici stesure di molti di essi, di cui alle versioni successive della seconda sezione. A partire dal rinunciare ad ogni intento, in presenza di “irti di sassi anemici adagi edulcorati armeggi /se / ogni eco discinta concede intenzione gravosa o estinta”, per abbandonarsi piuttosto alla sonorità e alla pluralità dei sensi che nei testi si rifrangono, si contrappongono e, nello stesso tempo, si riflettono e si illuminano.

Testi che escludono i modi formali di coesione, con uso prevalente di forme sostantivate e aggettivali, e che mettono in luce neologismi, reiterazioni di termini, coppie oppositive e assonanze suono-senso. Testi ottenuti attraverso un’esplicita azione di sottrazione, sia eliminando le forme grammaticali di coesione, sia riducendo le prime versioni alle scritture brevi delle seconde stesure, in entrambi i casi rimuovendo il superfluo dell’apparenza ai fini di una ermeneutica che apra all’essenza delle cose, di cui ha chiara consapevolezza l’autore: “- di altra parola ? - potrei / [ esporre diatriba affossata] / -dici nei tagli?”.

In questo modo la parola poetica può essere in grado di condurci nelle danze e nei gorghi mossi dalle speranze e dai dolori della condizione umana, in particolare “nei meandri di dolci speranzose guide cirri lasciati / del tutto opposti al quanto dobbiamo spendere per essere amati”, così come “ricercare il verso (che passion s’adira) in oltremodo fuori / non rassicura / se non esclude del quotidiano il subir dolori”.

E, soprattutto, la parola sottratta di Andrea Rompianesi può riuscire a mostrarci in tutte le sue sfaccettature, nei suoi echi franti e rifranti, nelle sue sonorità così come nelle sue riduzioni ai minimi termini, la ricerca e la messa in atto di una, accuratamente specificata in doppia parentesi, “[[ ermeneutica ulteriore e ampia / di ben altra danza ]]”.

 

 

***

[di altra parola ? - potrei

[ esporre diatriba affossata]

-dici nei tagli?-

“corrusco s’inonda l’exemplum riscossa” [ossa]

possibile anticipo in/fantile appannaggio drenaggio

l’arrota la chioma silvestre (e mancina)

[ la cima raggiunta
 

d’arrocco menaggio ] (1)

 

(1) maggio/faggio/raggio

 

***

nere le scarpe a emettere passi (di certo) in sull’uscio

e strada novella attesa di fioco sudore cartone/come

scatole tenenti buste ossidiane/vetuste echi risvolti

apportati ai tonici tolti e impressi negletti auspici

irti di sassi anemici adagi edulcorati armeggi/se

ogni eco discinta concede intenzione gravosa o estinta


 

***

se sia un sentire a)adirato

b)esteso

c)sollevato


 

[ altro passaggio ]

 

a)d’amor filiale

b)di tradizione evasa

c)d’identità lacquale


 

(dovremo passare attraverso la domanda ingenua emozionale

generando il distico che tale acconsente altro rigor formale)

 

***

forse che i tempi inverosimili di perpetua infanzia

confondono l’aromatico sentore (una zuppa inglese/

ripiena di cioccolatini) conducente impegno tarlo

domestico estenuante obliterato in seguito/sporto

nei meandri di dolci speranzose guide cirri lasciati

del tutto opposti al quanto dobbiamo spendere per essere amati


 

***

[ deriva d’epilogo ]

 

metrica: struttura strofica di dodici versi suddivisi

in distici a rima baciata con schema AA/BB/CC/DD/EE/FF.

 

quale premura tempo comporta il dato la cucitura

l’estenuata organza di fine tramite o/impalcatura

eccesso sfida di tenzon diverse le stesse agenti

coniate a corpo/setoso dramma contornato a denti

capaci a disputa di lontana voce astrusa inarca

l’abbandono il solo solitario esborso da tale barca

l’accesso oltraggio dell’acquisire servo di smistamento

riprovato/suolo calpestato occluso dal traverso vento

rimodellato l’affannato verbo contendente l’uso

solitudine a giorno e notte chiari passivo/attivo abuso

ricercare il verso (che passion s’adira) in oltremodo fuori

non rassicura/se non esclude del quotidiano il subir dolori

 

***

[[ ermeneutica ulteriore e ampia

di ben altra danza ]]

 


Andrea Rompianesi nasce nel 1963 a Modena. Già nel settembre del 1979 inizia la sua attività di scrittura in poesia. Compie gli studi presso l’Università di Bologna, laureandosi in Filosofia e approfondendo l’ambito della letteratura italiana contemporanea. E’ del 1986 il suo primo libro che ottiene riscontri da nomi come Luciano Anceschi, Paolo Ruffilli, Raffaele Crovi, Valerio Magrelli, Giorgio Bàrberi Squarotti, Cesare Vivaldi. Inizia così un percorso che incontra negli anni l’apprezzamento di molti addetti ai lavori, in Italia e all’estero. E’ presente in varie antologie. Dal 1990 svolge attività di operatore culturale; nel 1998 fonda Scrittura Creativa Edizioni, sigla editoriale impegnata sul fronte stilistico. Ha realizzato interventi di critica letteraria per il sito “scrittura nomade”. Risiede attualmente in provincia di Novara. Ha pubblicato, in poesia: “Orione”(1986), “Vascello da Occidente”(1992), “Punti cardinali”(1993), “Scendevi lungo la strada”(1994), “Momenti minimi”(1994;1999), “Apparenze in siti di trame”(1996), “I giorni di Orta”(1996), “La quercia alta del buon consiglio”(1999), “Scritti e frammenti”(1999), “Ratio”(2001), “Versi civili”(2003), “Metrò:Madeleine”(2004), “Gustav von Aschenbach”(2006), “Rimbaud Larme”(2007), “Il grido”(2008), “Fides”(2009), “Dietro tutti i colori del blu”(2013), “Quote di non proletariato”(2017); in prosa: “Il pane quotidiano”(1990), “Quella dei Beati Angeli”(1994), “Il killer”(1995;2000), “Venti e lune”(1995), “In odore di terre”(1998), “La notte dei grandi ladri”(2003), “Strada di pausa e di viaggio”(2012), “Avinguda del Paral-lel”(2014).