Roberto Fassina, dalla raccolta inedita “Historia Medica”, nota di Laura Caccia

Poema etico

 

Rovesciando i contenuti dei poemi classici, ma tenendone fermo l’impianto narrativo, con Historia Medica Roberto Fassina mette in scena l’epopea degli eroi della ricerca scientifica e della medicina, così come la saga quotidiana dei pazienti, eroi o antieroi, in lotta contro i propri mali. Una narrazione epica, quasi un’opera teatrale, insieme serissima ed ironica, dettagliata e satirica, sulla nascita e sugli sviluppi della ricerca medica, sulle invenzioni tecnologiche e sul prezioso rapporto tra medico e paziente.

All’eroismo e alle ossessioni dei protagonisti dei poemi omerici e cavallereschi, l’autore sovrappone chi, in modi e tempi diversi, ha condotto la medicina alle sue grandi scoperte e, insieme, chi affronta quotidianamente patologie e turbamenti fisici e psichici.

A partire dal prologo: “Dei figli d’Asclepio narrami o Musa / l’historia peccatosa d’anime ribelli // audaci eretici curiosi”, attraverso distici in rima, spesso in latino, nell’alternanza di lingua colta e parlata discorsiva, di ritmi spezzati e di periodi riflessivi, veniamo condotti lungo il percorso affascinante della storia della medicina, dal mito alla tecnologia, fino all’ultimo fondamentale passaggio, “dal metodo rigoroso all’empatia creativa”, nel quale l’autore declina l’essenza dell’etica medica: l’attenzione partecipe, non solo clinica, ai pazienti e alle loro persone.

Un poema antieroico o eroico a suo modo: in fondo, cosa separa la ricerca del senno sulla luna o la guerra epica interminabile dai tentativi audaci, interminabili anch’essi, di medici e scienziati rispetto agli enigmi del corpo umano e allo stato turbato del paziente, dove “lo incarto della mente / ossessa e incatenata // l’intruglio esistenziale / s’ingorga senza fondo // (…corrode l’anima …)”?

E la poesia? Perché fare uso della parola poetica, anziché del linguaggio scientifico, per narrare l’evolversi della ricerca medica? Possiamo trovare un’immediata risposta, oltre che nella scelta del componimento epico, già nei primi testi della raccolta: la medicina agli esordi appare esattamente come la parola di fronte alle contrapposizioni visibili dell’apparenza e ai misteri celati nell’ignoto: “Lo sintomo saputo / d’opposte qualità // recita e insegna / indizi e congetture //…mirando / ignoto il donde e il quia // per ignoti saperi / et aspera via” e ancora: “Indugiando sui bordi // del buio / scrutando l’ignoto respiro // (il passo della voce / lenisce il tatto…)”. Così come, nello snodarsi del poema, appare spesso sovrapponibile a quello del poeta il ruolo del medico che “interpreta fragmenti / portando senso // al vivere inquinato / dal tempo e dalla sete”.

La parola del medico, come quella del poeta, porta senso: con Historia Medica, nello snodarsi dei diversi linguaggi scientifici ed epici, filosofici e teatrali, Roberto Fassina riesce a dare nome e valore alla storia dell’umanità e del suo sforzo etico, intriso di conoscenza e di poesia, di fronte al dolore e all’enigma dell’esistere.


 

Dalla sezione DAL MYTHOS AL LOGOS

(dalle cause divine alle cause naturali delle malattie)

 

ALCMEONE (…o dei primi vagiti medicali)

 

Lo sintomo saputo

d’opposte qualità

 

recita e insegna

indizi e congetture

 

(umidus et siccus

frigidus et calidus

dulcis et amarus

in copia et rigore)

 

fisiologista primus

d’isonomia(1) cultore

 

al pro e contro mirando

ignoto il donde e il quia

 

per ignoti saperi

et aspera via.

 

(la borsa mercuriale

consunta di tracolla)

 

(1) Isonomia: stesso diritto, equilibrio fra le parti.

 

Dalla sezione DAL LOGOS ALL’EXPERIMENTO

(dal testo galenico al cadavere, dalla metafisica alla fisica secondo forma e funzione)

 

 

PARACELSO (…o dello Lutero medico)

 

« Omnia venenum sunt: nec sine veneno quicquam existit.

Dosis sola facit, ut venenum non fit »

 

Di metalla cultore et cabalista

alchimista curioso

 

a trasmutar sostanza

ribelle e rivoltoso

 

a perigliose lotte

fra micro et macrocosmo

 

(...maravigliato et strabilio

de lo mondo foemina)

 

domina donna

polposa et bona

 

di saggezza dogliosa et plena

appo di te la giusta vita

 

disiosa et generosa

mater d’incantamenti

 

alchemiche pozioni centellate

mischiute et ingollate

 

de salubri germogli

dragoncello et melissa

 

(similia similibus

iperica natura)

 

il ventre tuo diletto

recipiens loco delizioso

 

descripto

laudato e intemerato

 

in tota muliere matrix misteria

perfettissimo balsamo

 

(amor medicinae princeps)

 

 

Nel frattempo la raccolta inedita Historia medica è stata pubblicata nel marzo 2019 da Anterem Edizioni, con prefazione di Carlo Rao.

 


Roberto Fassina è nato a Curtarolo (Padova) il 18/12/50. Dopo la maturità classica, conseguita nel 1968 presso il Collegio Salesiano Manfredini di Este, si è iscritto alla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Padova, dove si è laureato nel 1975 e poi specializzato in Ginecologia nel 1979. Dal 1979 vive e lavora a Curtarolo come Medico di Famiglia.

Nel 1991 ha pubblicato “Nihilissimo Canto” (poesia) per i tipi delle Edizioni del Leone di Venezia. In quel periodo ha collaborato con poesie e racconti nella rivista milanese ‘Alla Bottega’.

Nel 1998 ha pubblicato il romanzo “Equazione Ultima”per i tipi delle Edizioni Amadeus di Treviso.

Nel 2003 ha pubblicato la silloge poetica “pesca sabèa” con la Casa Editrice ‘all’antico mercato saraceno’, di Treviso. Sue poesie sono presenti in varie antologie poetiche.

Suoi testi teatrali satirici, aventi per oggetto il mondo medico, sono stati rappresentati a Piove di Sacco e a Padova, nel 2005, nel 2006, nel 2007, nel 2012 e nel 2016.

Nel 2011 ha pubblicato la raccolta poetica “Tangheide – lapsus in fabula” con la Casa Editrice ‘all’antico mercato saraceno’, di Treviso.

Nel 2015 ha pubblicato il romanzo “Il pensiero verticale” per i tipi di Ibiskos Editrice Risolo di Firenze.

Scrive saggi e note critiche nella pagina culturale del Bollettino dell’Ordine dei Medici di Padova.