Nicola Vitale, "Chilometri da casa", Mondadori 2017, nota di Rosa Pierno

L’impossibilità di aderire alla realtà quotidiana spinge Nicola Vitale a cercare verità non effimere. É necessario perché ciò avvenga, mettere il silenziatore, spegnere monitor e cellulare, cercando dentro se stessi non il nuovo, ma il perenne: quello ad esempio di un filo d’erba che si rinnova a ogni primavera. La ricerca del sé, dei propri ricordi, dell’infanzia, porta inevitabilmente alla scoperta dell’”imponderabile” dei passaggi, a “pesare le parole”, ad aprirsi a sguardi, a sopportare il silenzio. Il mondo allora cambia radicalmente aspetto come in quelle figurine per bambini che mutano disegno per la diversa incidenza della luce. Sfuggire il caso, l’abitudine, la convenzione apre i mondi del sogno e del progetto, ci libera dal “dover scegliere tra questo e quello”. Non più illusorie soluzioni se si ha il coraggio di guardare con occhi svelanti; é con essi che Nicola Vitale indaga la pittura, la musica per raggiungere il noi comune.

 

 

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Distratti da canzoni d’autore, nel dormiveglia internazionale non è che nessuno ascolta, è che non c’è modo, non regge più la figura che puoi disegnare al centro del progetto: il nome, l’ora, l’indirizzo non coincidono. Gli appassionati conviventi (anche per poco) non si incrociano, gli affari intempestivi fanno debiti. Anche le cose prescritte per riuscire, non riescono.

 

Un errore, due errori, tre errori

dovremmo con calma ricapitolare

tacere per un po’, fare il punto.

Non parlare: ascolta.

Non ci sono soluzioni sulla carta

sembra svanito il segnale,

il monitor non risponde.

Guarda nel nulla.

 

Dopo tentativi irrisolti mi chiedo

cosa potrebbe sollevarci

questa estate che non abbiamo fatto progetti

quando il calcolo delle probabilità viene meno

e non si attende altro.

Potremmo allontanarci di poco

valicare il limitare di questa corta memoria

e rivedere i luoghi dell’infanzia.

Potremmo scoprire che qui

gli stessi paesaggi

si stendono ancora nell’imponderabile.

 

Dopo secoli di menti affaticate

dopo avere scritto e dipinto

da rovinare la digestione

si vuole tornare alla vita normale

parlare dell’umano

dell’uomo in gabbia per strano malumore.

Si vuole… si vuole

insomma non ne va bene una.

E se non volessimo nulla

se smettessimo di cercare di farla franca

di spuntarla

da questa circoscritta spirale?

 


Nicola Vitale (Milano 1956) è un poeta, saggista e pittore italiano. Ha pubblicato, in poesia, Progresso nelle nostre voci (Mondadori 1998), La forma innocente (Stampa 2001), Condominio delle sorprese (Mondadori 2008); il romanzo Il dodicesimo mese (Moretti & Vitali 2016) e vari saggi.