Riccardo Olivieri, "A quale ritmo, per quale regnante", Passigli 2017, nota di Flavio Ermini

Nella poesia di Riccardo Olivieri assistiamo alla condizione di un passato che lotta per trovare vita nel presente.

Ci viene segnalato che dietro il velo del presente c’è la memoria; ci sono i ricordi da rivivere; una realtà da cambiare.

La scrittura si fa densa al ricordo del padre. Segna un confine e deborda.

Si affaccia sull’impossibilità di rendere abitabile un sorriso che si è spento, uno sguardo che si annebbia.

La morte di una persona, soprattutto nel caso che la si ami, comporta la fine non di questo o quel mondo, ma di tutto il mondo, di tutti i mondi possibili.

È una ferita aperta, lacerante. È una lingua che separa e marca un limite invalicabile.

 

 

Dalla sezione Monte dei pegni

 

13.30

Istituto Bancario San Paolo

 

A quest’ora chiude

il monte dei pegni,

 

i tuoi segreti là

celati insieme

agli altri,

 

tutto un brillare

di lacrime

 

nei loro

tiretti-caveaux.

 

 

Sgombero

smontando i tuoi scaffali, gli anni

 

Casa crollata aperta

riaperta ferita,

rivista vostra vita

in ogni istante,

 

detesto il carteggio

che ho visto – anche dell’aspirante

suicida –

 

mi è tornato in volo tutto il monte allontanato,

tutto il nostro

– e prima vostro –

quarantacinquennio insanguinato.

 

 

Dalla sezione Abisso e la parola qui

 

Per Hermann Hesse

leggendo “La nevrosi si può vincere”

 

Tutta questa pioggia viene serenamente

come un fiore che si apre

Finalmente,

salendo le scale dice questo

al male

per mano,

l’altro lo lascia,

si rimpicciolisce,

sotto le gocce di tutta questa pioggia

 

forse

sparisce

 

***

 

Perch’io sono uno

a cui è stato fatto tanto male

 

perch’io son uno

ch’è poi almeno due,

e uno è il mio nemico primo.


Riccardo Olivieri, nato a Sanremo nel 1969, vive a Torino. Le sue precedenti raccolte sono: Diario di Knokke (prefazione di Davide Rondoni, "Poeti di Clandestino" , 2001, segnalata al Premio Montale), Il risultato d'azienda (con prefazione di Stefano Verdino, Passigli, 2006 - premi Maestrale, Città di Chieri e Antica Badia di S. Savino), Il disgelo (Raffaelli, 2008) e Difesa dei sensibili (con prefazione di Davide Rondoni e una nota di Massimo Morasso, Passigli, 2012). Numerosi anche gli altri riconoscimenti ottenuti, tra i quali il Premio Dario Bellezza e, nel 2013, il Premio Lerici Pea per la sezione dedicata alla poesia inedita).