Terza pagina/3, Rosa Pierno su "Come un cinghiale in una macchia d'inchiostro", Aragno 2018; bio dell’autore

Verificare l’esistenza della realtà per mezzo del linguaggio. Vedere che cosa si vede quando si pensa e che cosa si vede quando si parla. Forse non è possibile distinguere le cose che si osservano se non nominandole. I rami di due alberi che s’intrecciano e il vuoto fra le loro foglie. Con il linguaggio possiamo ordinare: le foglie che stanno dietro o sotto. L’obiettivo vero è il vedersi guardare. Divenire consapevole della propria produzione, della propria realtà. Se mai dovesse emergere che il linguaggio semplifica a tal punto la complessità del reale, allora il tono dovrebbe divenire lieve, scivolare sulle cose, rifrangersi e da quelle involarsi, il che è quello che accade alla scrittura di Sebaste. In “Scrivere”: “Un raggio di sole / sul cristallo liquido del computer / imbroglia le parole / manifesta le cose”. Una leggerezza che giunge fino al punto di mettere in dubbio ciò che si conosce, il significato di alcune parole-chiave. Che cosa vogliono dire esattamente le parole di uso comune “qui”, “adesso”, “io”, “tu”, e che cosa si sta realmente percependo, persino, come da beckettiana memoria. Il baratro tra vocaboli e oggetti, a volte, si richiude miracolosamente e immotivatamente. Si possono fare bilanci, ripescare nozioni nel libro autobiografico. Di certo lo spazio risulta sgangherato, rifratto, la sua immagine mai complanare e allora anche il tempo non ha più una direzione. Il silenzio sembra essere l’unica entità a priori e nel silenzio la voce inesausta di Beppe Sebaste risuona finché può parlare.

 


Beppe Sebaste è nato a Parma nel 1959 e ha abitato in vari luoghi. Dopo anni di poesia underground ha esordito poco più che ventenne nella narrativa con L’ultimo buco nell’acqua, scritto con Giorgio Messori (1983). Negli anni Ottanta è tra gli ideatori e fondatori delle edizioni di ricerca letteraria Ælia Lælia (libri di Amelia Rosselli, Patrizia Vicinelli, Peter Bichsel, Livia Chandra Candiani, Carlo Bordini e altri). Ha pubblicato racconti (Café Suisse e altri luoghi di sosta, 1992, Niente di tutto questo mi appartiene, 1994, Oggetti smarriti e altre apparizioni, 2009); romanzi (Tolbiac, 2002, HP. L’ultimo autista di lady Diana, 2004, poi 2007, Fallire. Storia con fantasmi, 2015) e saggi tra cui Porte senza porta. Incontri con maestri contemporanei (1997, poi Libro dei maestri. Porte senza porta rewind, nuova edizione accresciuta 2010).

Tra i suoi ultimi libri Panchine. Come uscire dal mondo senza uscirne (2008, 5a ed. 2013). Ha tradotto opere di Jean-Jacques Rousseau, Emmanuel Bove, Nicolas Bouvier. Vive attualmente a Roma e a Narni, dove ha dato vita a un “luogo per le arti” denominato Stanza - Ci sono Cieli Dappertutto.