Combinati spazi

Prosatore e poeta, più volte ospitato sulla spatoliana “Tam Tam”, Giorgio Terrone, con “Dodici”, propone calibrati versi tesi a richiamare entità ulteriori rispetto all’ ordinario meccanismo linguistico.

Suggerite da non ambigui cenni tratti dal quotidiano, rese sulla pagina con singolare accortezza, vengono a crearsi, come per necessaria germinazione, suggestive aree dalla peculiare enigmaticità radicata nella stessa determinazione espressiva. Forse, come, non a caso, suggerisce uno dei titoli, del trompe-l’oeil l’ autore mira a richiamare l’affascinante intento, consapevole di quell’ ineffabile àmbito in cui l’ immagine si lega a quanto rappresentato e, nel conferire astrattezza al gesto della riproduzione più “oggettiva”, risulta capace d’ intense evocazioni.

Tutto trattenuto, per precisa scelta, entro i confini di un’ istanza incisiva ma attenta ad esigenze di misura, sempre vigile, dominata da prese d’ atto, pur rinfrancate da rigorose letture, effetto di naturale inclinazione. Affascinante percorso.

Marco Furia

(Giorgio Terrone, “Dodici”, Anterem Edizioni, Verona, 2006)