Peter Carravetta, "L’infinito", Campanotto 2012

Peter Carravetta “L’Infinito” Campanotto editore, 2012

 

 

da “Delle voci”

 

III a Maria

 

questo squallore che ossessiona

nel recinto nominale che ossessiona

nella transitività dei luoghi

nelle vie del mondo percorse e

stranamente nell’immaginazione

visitate ma anche sognate

 

ogni passo ogni idea ogni

innamoratissimo desiderio

è spinto su te sulla vita

sulla tua bellezza inconsapevole

che pecca di non esser mia e vissuta

 

vedersi vivere senza inopportune

domande mentre i tempi stringono

fra le albe immemori delle serre

e gli albeggi fantasmatici d’

inarrivabili domani

 

cade la pioggia ed è fredda la notte

freddissima

 

 

da “Dialogi V”

 

Dialogo I

 

    per E.S.

 

la sera ispida di tarpate voglie e indifesa scattante a volte

indifferente sviluppante i passi nei museici blandi umidi

cameroni teorie di libri e titoli ed immagini dappertutto

un potentissimo silenzio di presenze ora a me sfuggenti a

te le ombre granulose di questo nostro incontro disinvolto

in piena padania in luglio al sole a casa tua

 

 

da “Metessi”

 

Metessi

5.

 

ora procedono battaglie e cosmicomiche ma anche

noiose seconde visioni o terze e mansuefai l’orchestra

ordisci mansioni magari l’amore le vene variabili l’umore

del caso mattino meriggi i fiori per l’anniversario, Materia

parlammo dell’inenarrabile volontà desiderante degli spettri

 

intravisti in frantumi e riflettenti ancora e perturbanti o Materia

imperdonabilmente le matrici indifferenti alle albe all’altro

inamovibili modi nutricanti assenze di persone amiche e non

e registri sussidiarii strascici di flessioni comunioni rispetti

obliterate ne le trame di percorsi ipotesi accenti e convenevoli

 

 

La raccolta di poesie scelte che va dal 1972 al 2012 dispone sotto lo sguardo la corposa scrittura di Peter Carravetta che negli anni non si è assottigliata, né irreggimentata. Vena poetica che trasporta un fluido denso, ricco di reperti e di schegge, non amalgamato, aguzzo a tratti, tagliente. Solo la vena ironica, troviamo, si adagi, si decomponga per una certa consapevolezza di inevitabile tragedia, di rassegnata accettazione: “e si abbassa lo sguardo attenuando i sensi tutti / nel silenzio ad intimo amico dicendo malgrado l’incubo / veramente l’amo o meglio l’amerei se non fuggissi”. Una certa amarezza per tutto ciò che considerato ideale non ha trovato posto nell’attuarsi dell’esistenza, ma trova ancora una riserva di energia contestataria, indomabile, che non si piega alla presa degli eventi. Una poesia che accetta però di soggiacere all’analisi, per tentare di comprendere le risposte date, il modo in è giunti nel tempo presente, quale via sia stata percorsa e quale in maniera errata. Ed è ancora un processo analitico che vede nella scrittura la forma di pensiero eccelsa, quell’”instabile Dire che slarga dal silenzio”. Se “nulla è fisso” è con la poesia che si crea mondo, ecco dunque che, come se si stesse sul foglio come su una superficie continua, ci si ritrova alla fine del percorso al punto iniziale dove l’ideale appartiene a questo mondo: non ne è escluso. Il lessico, come dicevamo, è spurio, poroso, inciampa sulle assonanze volutamente scoprendo un senso autogenerantesi che è come la prova del nove: “annullando l’andare il consacrare / annusando quelle stilofore creature / quell’anaforico misterico portale / dell’universo / ricerca/graffito / graffio all’argine pensante / nel brusio di fondo”. Lessico da cui incessantemente ripartire, da saggiare interminabilmente. (R. P.)

 

Peter Carravetta è titolare della Cattedra per gli Studi Italiani e Italoamericani alla Stony Brook University, nello stato di New York. Nato in Calabria, vive negli Stati Uniti dal 1963. Fondatore e direttore della rivista Differentia, review of italian thought (1986-1999). Ha svolto intensa attività saggistica e svariate traduzioni dall’italiano all’inglese. In poesia ricordiamo “Percorso masticato”, seledizioni 1974; “Delle voci”, Anterem Edizioni 1980; “Dialogi V”, Tam Tam 1987; “Metessi”, Ripostes 1991.