Giulio Marzaioli, da “Il volo degli uccelli”, Benway Series 2019, nota di Rosa Pierno

Giulio Marzaioli in “Il volo degli uccelli” scrive la sua enciclopedia: tutto lo scibile possibile sul tema. La descrizione è naturalmente la modalità principe, ma venata da un’ironia lieve e giocosa, anche se il tema è un tema universale, giacché ne va del mondo e della nostra presenza in esso. Certi riferimenti stilistici francesi (Ponge, Quenau) sostengono da lontano l’apertura a ventaglio che Marzaioli effettua con la sua capacità di investigare tutti gli aspetti umani a partire da un solo interesse. Inoltre, invertendo spessissimo la centralità umana in favore di quella animale, l’ironia prodotta da tale oscillazione procura una messa in discussione di credenze e percezioni mostrando come, proprio a partire dalla descrizione, possano aprirsi baratri in quello che crediamo di conoscere. La cultura contribuisce spesso a un’omologazione e alla perdita del sé. Niente di meglio che il desiderio di volare e, senza paura, di ricominciare dalle cose che consideriamo più scontate.

 

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“Lo studio del volo degli uccelli non può essere in alcun modo considerato un lusso. I tentativi dell’uomo di costruire marchingegni che permettano il volo non possono essere considerati un lusso. I disegni di quei marchingegni sono stati necessari all’uomo più di qualsiasi opportunità di volare da un luogo a altro luogo.

I disegni dei marchingegni di volo sono stati necessari fino a quando non hanno consentito realmente all’uomo di volare. Poi sono diventati utili.

Quando si conquista il cielo si perde la leggerezza racchiusa nel disegno e non c’è recupero nell’atterraggio, poiché si è mantenuto il peso. Tanto vale non illudere la gravità e rassegnarsi all’assenza di propulsione.

Nel battito d’ala la propulsione è provocata dai vessilli interni, più larghi di quelli esterni, nell’alternarsi delle battute verso l’alto e verso il basso affinché siano piegati i vessilli interni verso l’alto, nella semi-battuta dorso-ventre, e venga così spinta indietro l’aria; o verso il basso, nella semi-battuta ventre-dorso, per assicurare comunque la spinta indietro dell’aria. In tal modo il corpo dell’uccello è spinto in avanti. Osservando un uccello volare è innegabile considerare come l’aria costituisca un elemento imprescindibile del volo stesso.”


Giulio Marzaioli (Firenze, 1972) vive a Roma. Suoi testi, contributi fotografici e video appaiono su riviste cartacee e telematiche, plaquettes, opere collettive e antologie e sono tradotti in Francia, Stati Uniti, Germania, Spagna, Svezia. In poesia ha pubblicato varie raccolte, tra cui In re ipsa (Premio Lorenzo Montano 2005, Anterem Edizioni), Trittici (Premio Giancarlo Mazzacurati e Vittorio Russo 2007, Edizioni d’if), Suburra (2009, Giulio Perrone Editore, collana ‘inNumeri’ diretta da G. Alfano). In prosa è stato pubblicato il testo Quadranti (2006, Edizioni Oedipus; 2010, Mix Editions,). Ultimamente alla scrittura unisce la ricerca per immagini. Determinante, in tal senso, la decennale collaborazione con il centro culturale La Camera Verde, presso le cui edizioni ha realizzato plaquettes, cartoline, libri d’artista, pubblicazioni di vario genere. È stato curatore di eventi letterari e teatrali e ospite di università e festivals in Italia e all’estero.