Gennaio 2023 anno XX, numero 53

Giancarlo Stoccoro, dalla raccolta inedita "L’intuizione dell’alba", nota di Laura Caccia

La parola allo sguardo

Un distillato di pensiero, visione e parola nutre i testi della raccolta L’intuizione dell’alba di Giancarlo Stoccoro. Nei dialoghi sospesi tra luce e buio, voce e silenzio, finito e infinito, mondo e orizzonte, realtà e sogno. Che trovano un punto di contatto dello sguardo. Nel rispecchiarsi di visione e di sogno.

Sofia Demetrula Rosati, dalla raccolta inedita “Aphaia, di colei che svanisce”, nota di Giorgio Bonacini

Poesia dell’inizio, potremmo definire questo poemetto, che mette al centro la nascita della lingua, nella consapevolezza di sé e del mondo, affinché non si debbano “lasciare parole prive di storia”. Così lo sguardo dell’autrice si colloca nel tempo mitico (ma ancora ben vivo nella sua dimensione di svolgimento, crescita e anche inabissamento) delle antenate: madri e figlie che sviluppano la tela della conoscenza come punto di pensiero poetico iniziale e finale.

Ivan Pozzoni, poesia inedita “L’epatite IVA”, nota di Ranieri Teti

Ivan Pozzoni propone una poesia invettiva di argomento finanziario. A tratti istrionica (l’epatite IVA, i ricorsi stoici, il catetere senza ipotenusa), a tratti con rime inaudite e con termini che probabilmente non abbiamo mai letto in un testo poetico, come lo “spread”.

D’altronde, “faremo poesia con tutto” ha scritto Pablo Neruda. E Pozzoni lo conferma.

Guglielmo Peralta, prosa inedita “L’essere e il nulla: il superamento del nichilismo”, nota di Mara Cini

Il nulla è l’impensato

Il sogno è l’altro nome…del nulla

Tra l’impensato e il sogno c’è un mondo di qualcosa, di ritorni, dove l’essere che si rappresenta dice.

Dire dice sembra allora negare il nulla, poiché dicibile e detto.

Edoardo Penoncini, dalla raccolta inedita "Poesia compagna dell’essere", nota di Laura Caccia

Come eco in una conchiglia

Poesia compagna dell’essere di Edoardo Penoncini non mette in versi richiami metafisici, come il titolo parrebbe annunciare. I testi sono impregnati piuttosto di riflessioni esistenziali, dove predomina un sentire meditativo e sofferto sul trascorrere impietoso del tempo e sul senso contemporaneo del vivere e del dire.

Stefania Pastori, poesia inedita “Alda nel cuore”, nota di Ranieri Teti

Stefania Pastori riesce a dire di una cosa tremenda, come indica nel breve testo che precede questa poesia.

Riesce a dire di una violenza subita senza commiserazione, non pensando a se stessa ma a due altre viscerali presenze.

Un grande gesto d’amore è scritto in questa poesia dove il dolore si trasforma, quando si prende in mano la penna, quando finalmente è possibile scriverne.

Scriverne non è un atto consolatorio, non è denuncia.

Marco Pacioni, da “Lo sbarco salato del risveglio”, Interno Poesia 2018, nota di Rosa Pierno

Il paradossale Mediterraneo che dovrebbe unire le genti che si affacciano su di esso, diviene il luogo di una separazione invalicabile soprattutto culturalmente. E che proprio la cultura possa essere luogo di separazione è la questione cruciale affrontata dal poeta. Quel mare che Marco Pacioni naviga, soprattutto attraversando la lingua.

Dimitri Milleri, dalla raccolta inedita "Sistemi", nota di Laura Caccia

Prove del dire

 

Come in una trama scenica, che rende fragile il confine tra reale e finzione, si sviluppa la raccolta Sistemi. Dimitri Milleri dà voce a situazioni difficili tra ombre e luci, sale d’attesa e sale prova, campi e fuori campi. Tra “schegge di sceneggiatura” e “l’abisso dietro l’angolo”.

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