Antonio Pietropaoli, da “Tomoterapia e altro” Oèdipus 2017, nota di Rosa Pierno

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Una straripante girandola di concatenazioni semantiche capeggiate da significati assonanti serve come viatico al lettore per insediarsi comodamente nel libro di Pietropaoli, dove già il titolo “Tomoterapia e altro” indica che siamo in un regime di terapia verbale. Il sapore è quello delle parodie o riscritture sanguinetiane che vale anche come argine alla stessa massa di detriti memoriali e culturali. D’altra parte, ogni nuova riscrittura rilancia e conferma, riapre e frattura. Il sanatorio letterario sarà dato proprio dalla possibilità di ricombinare nuovamente le medesime pedine. Il nuovo si costruisce con mattoni vecchi, i quali altrimenti resterebbero inutilizzati e ciò riveste un carattere valoriale di forte impatto. Seppure, proprio l’ironia risulti essere la calce più efficace per tenere insieme il costrutto linguistico. Si veda il piano congetturale per allestire il proprio estremo saluto che nella chiusa si risolve con un “ciao”. La salvifica medicina verbale vagabondando trova, del tutto casualmente oppure condotta solamente dalla guida sonora delle parole, nuovi sensi, nuovi rilanci, anche beffardi.

 

Nota dell’Autore

A causa di un tumoretto (d'un soffio malignetto) alla prostata, l'autore si è sottoposto a un ciclo di trattamento tomoterapico per ventotto giorni. Ne ha tratto questa suite di poesiole (una al giorno: allo scopo, propriamente terapeutico, di togliersi i medici di torno) che volentieri condivide con i suoi undici (possibili) lettori, malati o sani che siano – sebbene, certo, i primi si sentiranno più in sintonia con il sostrato realistico del testo, mentre i secondi, forse, ne proveranno un po' d'invidia. Ha infine devoluto (a intermittenza) alla terza persona il compito di preservare quella goccia di pudore che gli è rimasta, peraltro divertendosi non poco a giocare a rimpiattino con la sua proiezione cartacea.

 

1

mani intrecciate dietro la nuca

freddo alle gambe metà dentro metà fuori

ginocchia sollevate piedi ingabbiati

immobile fino allo spasimo

decerebrato devitalizzato

sotto aliti e ronzii di vento furibondo

al frastuono assordante dei rumori di fondo

eccoli partono gli eserciti in marcia della tomo

terapia

tarata-tarata-tarata

sarà quello dell'arrivano i nostri

o le falangi della morte?

 

6

è litania è cantilena

sono lamelle che si sfregano

mi spiegano

come elitre di una immane mostruosa

macchina-cicala che pertanto frinisce

scoppietta raddoppia s’infoia

spalanca la bocca e m’ingoia

mi mangia o mi arrangia?

oppure nacchere nacchere strepitose

che una mano pietosa misteriosa

agita furiosamente

esclusivamente per noi vitabondi.

 


Già ordinario di Letteratura italiana contemporanea all'Università di Salerno, Antonio Pietropaoli ha pubblicato numerosi volumi sulla poesia italiana del Novecento, tra cui “Le strutture dell'anti-poesia” e “Fra retorica e metrica. Saggi sulla poesia italiana contemporanea” (Guida, Napoli, 2013 e 2014). La sua attività poetica è raccolta nel volume-omnia “Cartastraccia” (Oèdipus, Salerno-Milano, 2014). Dirige infine «Trivio», rivista semestrale di poesia, prosa e critica (Oèdipus), è presidente di giuria dell'omonimo premio letterario ed è direttore di due collane di poesia presso l'editore Guida (“I segni del destino” e “Resilienze”).