Alessandro Ramberti, da “Vecchio e nuovo”, Fara editore 2019, nota di Giorgio Bonacini

Leggendo queste pagine si comprende la capacità della’autore di essere poeta dal sentire totale. Tutto ciò che è il nostro essere – come natura umana, ma proiettata in una dimensione che unisce e fonde stati di materia diversi,”volti mani sensi/si fanno luoghi” – si presenta al mondo dando con un sentimento del senso distillato in parole che hanno il segno di una necessità unica: che non è quella di dire per insegnare (“siamo senza formule”, precisa Lamberti), ma dire per avvolgere ed espandere il canto.. I brevi, ma concentrati testi, con precisa metrica, invitano a una lettura lenta, per poterne vedere e udire il riverbero nella voce di una sapienza discreta, quasi nascosta: in verità lucida e centrale. I concetti sono conseguenze intime che si aprono al desiderio, sfiorando l’oscurità dove tutto è immaginabile: un transito, verso ciò che ha vocazione di silenzio, di pura meraviglia. “Note mute” ma riconoscibili, se solo ci si dispone ad accogliere il loro pulsare. Un percorso di pensiero, allora, dove solo la poesia riesce a cogliere, per subito donare, l’indeterminata contemplazione nella saggezza di quell’atto etico che diciamo scrittura: che ci accoglie e ci cambia con leggerezza assoluta.

 

BASTA QUASI UN NIENTE

 

Basta quasi un niente

per incrinarti l’universo

cammello e cruna

diaframma e apnea

dare mezzo manto

Martino agisce prontamente

respiro empatico

performativo

siamo senza formule

desiderando l’assoluto

restiamo in bilico

concetti sfumano

INIZIAMO UN DISCORSO

 

CI TROVIAMO A UN BIVIO

 

Ci troviamo a un bivio

disorientati e il vento spira

fumoso e asfittico

deprime e affloscia

sorvoliamo il mondo

con piccoli atti vuoti e frusti

restiamo inerti

demotivati

Rut ha avuto fegato

non è lasciata sola in terra

a lei straniera

si è affidata

DALLA TERRA DI MOAB

 

VIENE INESPLORATA

 

Viene inesplorata

la svolta e porta gli occhi vigili

a contemplare

frontiere insolite

anche tu sei altrove

in quel momento preziosissimo

magari instabile

degravitato

brami un nuovo centro

ma è sempre stato lì vicino

un fluido rosso

respiro-sangue

PANORAMA SPIAZZANTE


Alessandro Ramberti (Santarcangelo di Romagna, 1960) è laureato in Lingue orientali a Venezia, ha vinto una borsa (1984-85) per l’Università Fudan di Shanghai. Nel 1988

consegue a Los Angeles il Master in Linguistica presso l’UCLA e nel 1993 il dottorato

in Linguistica presso l’Università Roma Tre. Ha pubblicato qualche saggio, Racconti

su un chicco di riso (Pisa, Tacchi 1991), La simmetria imperfetta con lo pseudonimo

di Johan Thor Johansson (1996) e alcune sillogi: In cerca (2004, Premio Alfonso Gatto

opera prima), Pietrisco (2006, premi Poesi@&Rete e Cluvium), Sotto il sole (sopra il cielo) 

(2012, Premio speciale Firenze Capitale d’Europa) e Orme intangibili (2015, Premio

Speciale Casentino, II class. Tra Secchia e Panaro) Con l’Arca Felice di Salerno

ha pubblicato la plaquette Inoltramenti e tradotto 4 poesie di Du Fu.