Francesco Deotto

Da, “Nella prefazione d’una battaglia”, Italic, 2018

 

***

 

In effetti,

non ogni sera,

né ad ogni imbrunire,

arriverà l’ordine d’assecondare

le esitazioni del pavé.

 

Né ad ogni girovagare,

potremo esser certi

d’agguantare il grimaldello

d’un qualche pourparler.

 

Eppure,

anche senza garanzie,

anche senz’essere passati

per un’accademia,

come non badare

alla geometria del reale?

 

Come non affidarsi all’arte

dell’esser vigili

su quel che ha da arrivare

dal di sotto

dei nostri piedi?

 

***

 

Sia perché, pur tra tutte queste nostre battaglie,

le passate, le incombenti, le presenti,

e quelle il cui stato di salute

resta e resterà incerto,

non c’è modo migliore, ci pare,

per provare a monitorare

il nostro “essere in forma”

(la nostra “prestanza”?).

Senza dimenticarci, bien sûr,

né del nostro esserlo a pezzi,

né della forma di questi.

 


Francesco Deotto è nato a Motta di Livenza (TV) il 14 febbraio 1982 e laureato in filosofia all’Università di Venezia, dottorando in Lettere all’Università di Ginevra, dove studia il rapporto tra letteratura e utopia in riferimento alle opere di diversi filosofi e scrittori contemporanei (in particolare Abensour, Lévinas, Derrida, Bataille e Celan). Nella prefazione d’una battaglia (Italic, Ancona, 2018) è il primo libro di poesia.