Angelo Verdini

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Da “Le nespole e la canaglia”, Affinità elettive, 2018

 

***

 

Negrieri

 

1.

B. chiude gli occhi e dorme invece di gridare,

scopre di essere

pigra invece di sperimentare

(legge poesie sentimentali).

B. respira con regolarità.

 

1.1.

B. è reticente, non parla ma non protegge

nessuno. D’altra

parte nessuno offre

garantisce la parola. Chi fa domande, lo fa

per dovere, visto che non si riesce a trasformare

le risposte in piacere (pubblico/politico).

B. ha ragione di essere reticente.

 

2.

La fabbrica è muta. La fabbrica è piccola e si trova

nell’entroterra. La fabbrica è piccola e diffusa.

A luglio nella

fabbrica sconosciuta c’è molto calore e molta

umidità. B. si sente sommersa, respira con difficoltà.

 

2.1.

I tempi della fabbrica sono interi, si recuperano

tutti i minuti

dell’intervallo. Il padrone stabilisce la produzione,

regola la velocità. B. per fortuna misura i ritmi

sulle chewing-gum e sulle sigarette. I rumori alti

impediscono le parole. La radio

locale scelta democraticamente è accesa e sforna

dance e

pubblicità spicciola. B. è ferma da tempo nello

stesso posto,

ha lo sguardo concentrato e ha imparato bene

i gesti necessari

(d’altra parte, se sai fare una cosa ti ci tengono).

 


Angelo Verdini vive a Palazzo d’Arcevia, in provincia di Ancona, dove è nato nel 1951. Per quanto riguarda la poesia, ha pubblicato: Ben ritrovata, terra (Arcevia, 1971), Poesie (Roma,1973), Mi diverto e m’arrabbio (Terni, 1977), Alibi e latitanze (Ancona,1985). Recentemente ha pubblicato la sua prima raccolta di racconti Prula e gli altri (Ancona, 2018)