Pietro Pisano, poesie inedite da “Nel regno intero dell’attimo”

Un attimo di chiarezza dura così poco.

L’oscurità resta più a lungo. Vi sono

più oceani che terraferma. Più

ombra che forma.     Adam Zagajewski

 

***

Dentro la piana della notte

il corpo è il confine

stabilito dal peso della perdita,

qui dove l’essere appartiene

al respiro sottratto delle cose, non si muore

che per vivere

in un corpo visitato da sobbalzi,

scosse, intermittenze

interpunzioni: forse

è questo ritrovarsi

nel nudo terrore dell’attimo

disconnessi, domandarsi poi

chi è stato ad arrivare

fin qui. E se in ogni minuto

diventiamo

il fallimento delle parole

nelle parole, perché rimanere

nel calco di questa solitudine

nell’emorragia dei giorni

se la domanda è questo corpo

gettato nella traduzione

di questa musica idiota?

 

***

Vicino

Ci sono virgole migranti

nei giorni di festa

che entrano nei corpi

sospesi

in una commozione dello spazio

e d’aria, in un ritmo

indovinato appena per una

sola passione del vento: è quella

stessa disposizione delle cose

che aspettavamo

in una luce verde, portarci

il respiro dei giocattoli

nel regno intero dell’attimo

il treno di zucchero

che attraversava l’infanzia

nel mondo moltiplicato

la storia di ciascuno

che eravamo in ogni luogo

e in ogni tempo, avvicinati.

 

***

Questa stanza che mastica le ore

e sputa ricordi a intermittenza

ci ha donato la forma scura

di un pensiero

nel sonno: è una materia densa

che si versa al mattino,

ultima traccia di un mondo

sommerso dal risveglio.

 

***

Sette nomi più tardi

Questa asincronia

tra immagine e suono,

tra la voce e le labbra,

e le pagine e il respiro

nel vento di dicembre è tutto

quello che rimane

improvvisamente, si è soli tra le cose

cosa gettata nel vuoto che si apre

nell’andare

anche adesso i nomi

perdono sangue

tra una sillaba e l’altra.

 

***

La penna del destino è caduta

per terra rompendosi,

ora: ci camminano dentro

gli istanti senza suono

siamo scritti dal sangue

versato sulla pagina:

l’alba delle cose.

 

***

le parole raccolgono il poco

di ogni giorno

il discorso

incompiuto

che la città scrive

sui nostri sensi, dentro il dolore

dei tendini, dentro i nostri passi

le finestre non ricordano

la pelle si stacca

dal nome, non finisce

la strada dove camminano

i desideri

qui si prolunga all’infinito

la vita e il suo contagio

 

Pietro Pisano è nato ad Ascoli Piceno nel 1979. Si è laureato in lettere moderne nell’anno 2011/2012 con una tesi sul romanzo di Rilke, I Quaderni di Malte Laurids Brigge. Collabora con la webzine Oubliette magazine. Si è classificato come finalista in diversi concorsi letterari e alcune sue poesie sono presenti nelle seguenti antologie: Navigando nelle Parole Vol. 27 (edizioni Il Filo); Florilegio - Concorso di Poesia OcchiettiNeri 2009 - III^ Edizione (Cosenza, Maggio 2009); Habere artem vol. 13 (Aletti Editore), dicembre 2010; In questo margine di valigie estranee (Perrone Editore), 2011; Fragmenta - II volume, Edizioni Smasher 2012. E’ vincitore del Premio Laurentum per la Poesia 2012, XXVI edizione, sezione social network.