Angela Greco, una poesia inedita, “Studi comparati”, nota di Ranieri Teti

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"Perché siamo qui, Angela? Dove stiamo andando?”

Se pensiamo a generi collaterali alla poesia come siamo soliti immaginarla, con gli a capo canonici, restando nell’ambito lineare e senza sconfinamenti nel visivo o nel sonoro, probabilmente viene subito in mente la prosa poetica.

Angela Greco, in questo “Studi comparati”, propone invece un testo di poesia narrativa: è poesia, ci sono gli a capo, ma tutto si configura come un racconto. Con tanto di frammenti dialogici, flash-back, stacchi e inquadrature da cinema, musica e recitazione, “fuorionda” colti nel momento massimo della verità. Le voci fuori campo dettano il tempo di una sceneggiatura complessa, serrata e insieme profonda. Una sorta di “marchio di fabbrica”, ripensando a una precedente prova dell’autrice, “Campo di grano con corvi”.

Ma è necessario porre molta attenzione, perché tutto quello che viene messo in scena, talvolta abbagliando, in altri momenti in modo sommesso, potrebbe depistare noi lettori dalla costante visione, esclusivamente poetica, che innerva l’intero brano. La poesia è nel pensiero che sottende interamente il testo, ora carsico e appena percepibile, ora affiorante e portatore di rara, e inedita, espressività. Forse siamo davvero diretti dove abbiamo sbagliato, oppure dove possiamo liberamente confondere i segni con i sogni, soffermandoci su una vecchia foto che ancora ci parla.

 

Studi comparati

 

«Dove abbiamo sbagliato, Claire? Dove siamo diretti?

Chi ha preso il nostro posto?»

Non sappiamo più leggere i segni, i sogni,

il fondo delle tazze di caffè e nemmeno il Braille.

Sono lontane le stelle, le notti chiare e le mattine senza dolori.

Si ride per una bugia. Inizia a piovere.
 

Il grigio ha valenza plurima e capacità statica.

Giorno monocromatico da vecchio film muto

aggressione inevitabile alla giugulare.

E’ tutto un gioco di fogli bianchi e mascelle.

Anche il cielo morde.

Al piano inferiore spostano continuamente le sedie

in un gioco da bambini che ogni volta ne sottrae una.
 

Il falegname bussa tutti i pomeriggi dopo pranzo.

Dal balcone guarda i miei giorni stesi ad asciugare.

Io lo saluto sempre. Per l’ultima volta.

Inverno rigido tra febbraio e aprile;

maggio è soltanto un ricordo.
 

Le gocce sui vetri mosaicano l’immagine.

«Claire, non allontanarti. Ho bisogno di mani, di fiato

e di presenza, in questo quotidiano senza punteggiatura».

La luce accesa nella stanza col soffitto blu aspetta la sera.

Temo il suo silenzio più che la neve.
 

Astronomy domine, cinquant’anni di anticipo.

Scatola degli spilli, forma avveniristica, un altro secolo:

uso sapiente di mani, rotazione di vinili, asole da riparare.

Fili tutti tirati.
 

Lascia che giochi, Claire, oggi. Fuori c’è confusione.

Cinque settimane per ritrovarsi e un bonus per sola andata.

Penso spesso che sia necessaria una vacanza dalla poesia,

ma poi qualcosa arriva e tutto allora diventa chiaro, lucido.

A marzo sarà un anno dalla foto in bianco e nero con foulard.


Angela Greco è nata il primo maggio del ‘76 a Massafra (TA), dove vive con la famiglia. Ha pubblicato: in prosa, Ritratto di ragazza allo specchio (racconti, Lupo Editore, 2008); in poesia: A sensi congiunti (Edizioni Smasher, 2012; in uscita la seconda edizione con prefazione di Flavio Almerighi); Arabeschi incisi dal sole (Terra d’ulivi, 2013); Personale Eden (La Vita Felice, 2015, prefazione di Rita Pacilio); Attraversandomi (Limina Mentis, 2015, con ciclo fotografico realizzato con Giorgio Chiantini e nota introduttiva di Nunzio Tria); Anamòrfosi (Progetto Cultura, Roma, prefazione di Giorgio Linguaglossa). E’presente anche in diverse antologie e su diversi siti e blog. È ideatrice e curatrice del collettivo di poesia, arte e dintorni Il sasso nello stagno di AnGre (http://ilsassonellostagno.wordpress.com/). Commenti e note critiche sono reperibili all’indirizzo https://angelagreco76.wordpress.com/.