Guido Garufi, da “Fratelli”, Nino Aragno Editore, 2016, nota di Flavio Ermini

Guido Garufi è poeta e critico letterario. Ha fondato e diretto con Remo Pagnanelli la rivista “Verso”.

Le numerose raccolte di poesia che ha pubblicato sono tra loro connesse da quello che Mario Luzi ha definito “paziente lavoro unitario”. Fratelli è la sua raccolta più recente e di quel “paziente lavoro” è il vertice.

In Fratelli viene rappresentata dolorosamente una condizione umana ferita dall’esilio. E dalla solitudine che all’esilio si accompagna.

Come non capirlo? L’essere umano è prigioniero. È prigioniero di una terra arida e desertica. Qui pare smarrirsi ogni speranza. Eppure, ci dice Garufi, è proprio questo smarrimento che lascia intuire la vera dimensione della vita.

È proprio la sofferenza che fa riemergere la situazione emotiva della nostra origine, dove – sostiene Garufi – ancora vivono le ragioni del cuore, quelle ragioni che sanno cogliere il tema del dolore e nominarlo.

 

 

La spiaggia

(ai miei fratelli)

 

Penso a te, liberato nell’aria, sciolto e rarefatto

tra le nuvole del cielo e penso

ancora a quanto sia lieve per te, risorto,

il respiro e quanto ancora duri quaggiù l’affanno…

Se fosse così che dall’alto alitasse la vertigine

che dentro senti tu dolce amico o voce che esplori

la campagna e a volte siedi invisibile al mio fianco

quasi un tocco o un piccolo fiato che avverto

tra amicizia filiale e coro degli esclusi

mai assenti perché sempre qui ancora convocati

 

tra versi e non detti eppure forti, irrevocabili

e dolci presenze, nonostante il dolore

nonostante l’apparente lontananza.

 

Voci e lingue inquiete dell’infanzia

di questa strana maturità

sigillo tra profezia e amore.

 

Bio Guido Garufi