Clemente Napolitano, videolettura di “Le raffiche soffiavano distanze”, nota di Ranieri Teti

 

Una prosodia moderna ci viene offerta da Clemente Napolitano: il suo testo senza punteggiatura e senza rime si regge sull’architrave del ritmo, sull’architrave di un ritmo segnato dalla metrica, che incrocia l’endecasillabo. Si percepisce uno sforzo creativo centrato sulla dicibilità, come se la poesia fosse destinata, per sua naturale connotazione, all’oralità. Ora dobbiamo pensare che questo è solo il vestito, la confezione, la cornice, la forma.

Il corpo del testo rende l’istantanea di una corsa, forse in moto o più probabilmente in bicicletta, e racconta quell’attimo fermato tra l’osservazione e il pensiero, tra il sentire e il descrivere, verso ”la sola direzione celebrata”. Il senso ultimo è quello dell’inarrestabilità della vita, nonostante “macerie e disincanti”, nonostante il vento contrario.

 

(pdf del testo)

 

Clemente Napolitano nasce a Caserta, il 2 giugno 1965. A Marigliano (Na) trascorre l'infanzia e durante l'adolescenza frequenta il Liceo Scientifico "C. Colombo". Si trasferisce poi a Bologna, dove si laurea col massimo dei voti al D.A.M.S.

Allievo di eminenti maestri della scena teatrale italiana (Leo De Berardinis, Claudio Meldolesi, Carlo Merlo) frequenta, durante e dopo gli anni universitari, numerosi corsi di specializzazione in arti sceniche con particolare riguardo al settore dell’interpretazione e della regia.

Dai primi anni ’90, generalizza l’attività teatrale a stimolo di rinnovati impulsi creativi e culturali: assume supplenze di Storia dell’Arte nei Licei di Napoli e provincia; promuove seminari, dibattiti, progetti interartistici per la costruzione di nuovi spazi orientati ad arginare indifferenza e degrado; è interprete delle sue messinscene e di progetti musicali; realizza reading di poesia; collabora con riviste locali e nazionali; conduce seminari, dirige spettacoli nelle scuole di ogni ordine e grado della Regione Campania e nelle Università di Bologna e Salerno; svolge attività di Teatro e carcere.

Come attore ha collaborato con Leo de Berardinis: Macbeth di William Shakespeare; Carlo Merlo: Cristoforo Colombo di Michel de Ghelderode, Filosoficamente di Eduardo De Filippo; Renato Carpentieri: La serra e Party time di Harold Pinter.

Pubblicazioni:

  • Clemente Napolitano, FLUXUS, Nola, L’arca e l’arco, 2015.
  • Clemente Napolitano, Oggi è “ancora più lacerante il suo silenzio”, in LA TERZA VITA DI LEO Gli ultimi vent’anni del teatro di Leo de Berardinis a Bologna, riproposti da Claudio Meldolesi con Angela Malfitano e Laura Mariani e da “cento” testimoni, Corazzano, Titivillus, 2010.
  • Clemente Napolitano, La fenice e il thanatos, in “Annuario Liceo Classico <<A. Rosmini>> Palma Campania”, 2007, n° 7.
  • Clemente Napolitano, ‘O compagno, in AA.VV., La Madonna del Latte 10 racconti per 10 anni, Palma Campania, Michelangelo Communications, 2007.
  • Clemente Napolitano, Il teatro dell’impervio, in “Officina Vesuviana”, 2001, n° 2.
  • Clemente Napolitano, La voce dell’attore, Milano, Guerini, 1995.
  • Clemente Napolitano, L’attore: voce dell’uomo, in AA.VV., L’uomo la voce la comunicazione verbale, Milano, Guerini, 1993.
  • Clemente Napolitano, Progetto “Prometeo”. Quanto pesa il teatro, in “Teatro e Storia”, 1992, n°1.