Letizia Dimartino, una prosa inedita, premessa di Mara Cini

Non semplicemente una prosa inedita ma una raccolta di notazioni diaristiche che accompagna il viaggio di una vita intera.

All’apertura del “cassetto” troviamo foulards e tovaglie, aspirine, lettere, giorni e stagioni e i libri i libri i libri i libri…i libri. Per sempre.

Pagine che fanno un po’ tremare, soprattutto le donne, credo, che si riconoscono in quegli accessori vintage, in quelle trasmissioni televisive, in quel paese-Italia dove scrivere e star male è già un conforto. Mara Cini

Biografia di Letizia Dimartino

 

Direzione inversa

Ti scrivo da un posto dove non sei mai stata
dove i treni non passano, gli aerei
non atterrano, un luogo a occidente…
Mark Strand

Se mai qualcuno ci sarà che chieda della mia vita,
gli dirai che vivo, ma non gli dirai che sono salvo.
Ovidio, Tristia

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L'arrivo alla stazione nel ferro nel nero di una cupola binari lungo l'Italia del mare dei filari degli scogli delle pietre della neve alta delle colline ampie il bar nel giallo del neon i giornali dai colori lucidi il velluto del treno sulla pelle le dita nere di viaggio la fame la sete il dondolio alle gambe il marmo delle scale i taxi gialli di desiderio le piazze che si aprono ventagli di strade città di nebbia il sonno sulle palpebre l'isola nel corpo gli anni che verranno sirene che squillano nel loro solito suono l'urlo del traffico il capo a poggiare l'aria che entra dalla striscia sottile del vetro auto troppo calda. Il Nord ed io.

 

***

L'auto posteggiata al sole i palazzi chiari le scale che salgono in un infinito scappo dai corridoi dai pavimenti scheggiati dalle voci dei ragazzi dai libri dietro i vetri i discorsi che non sento la borsa da stringere il verde di una vallata verde di un treno che non passa binari vuoti uccelli a litigare su rami su foglie il caldo al finestrino la fuga per il grigio della via le stanze ad accogliere la casa che apre la paura che si perde l'odore del conosciuto tutto avvolge tutto acquieta finalmente.

 

***

Scrivo nel disordine fra liste della spesa farmaci sparsi letto che mi attende computer sempre acceso trilli del cellulare finestre aperte sulla strada capelli da lavare vestiti da riporre armadi aperti foto da guardare dolci sul tavolo odori di cibo a cucinare libri sempre aperti musica sul fondo rossetti in prova specchi in cui guardare per piangere matite pronte per la tempera cielo dentro le stanze luce sulle poltrone riviste sfogliate desideri sepolti preghiere fra una email e l'altra mamma malata cui rimboccare la coperta cantandole una vecchia canzone lacrime sulle ciglia per ogni ricordo che passa veloce amori che vorrei avere amori amareggianti telefonate sussurrate dolori che vado a coricare poggiando la giornata sul cuscino. Perché giunga una notte qualsiasi.

 

***

Sul letto parlo guardo specchi rossetti sulle mensole scarpe che non devono essere usate strade da non calpestare profumi sul collo creme sul petto giornali sopra lenzuola di lino stanza bianca stanza blu divano rosso la tenda trasparente nuvole ai vetri vento che spinge una fetta di torta comodino ingombro segnalibri fra le pagine iPod sul guanciale lettere da spedire abiti appesi da provare da non mettere un amore che non c'è quel che potrebbe essere le unghie sbrecciate il grigio dei capelli che si posano sul cuscino il bianco di un letto che sa accogliere e di una pillola a calmare a dare requie alla ragione al mistero di quel che sento.