Francesca Marica, videolettura; da "Concordanze e approssimazioni", Il Leggio Libreria Editrice 2019, nota di Laura Caccia

L’intonazione del vivere


Che la poesia, nel suo farsi, proceda attraverso continui avvicinamenti al senso segreto delle cose e dell’esistere, è quanto, a partire dal titolo, ci mostra Francesca Marica in Concordanze e approssimazioni.

Il bisogno di conoscenza sospinge i versi poiché “c’era qualcosa da scoprire, / ma bisognava tradurre quel bisogno”, anche se poi giunge la constatazione che, in fondo, “si conosce solo quello che è già stato immaginato”. In una alternanza, che si pone spesso come diversità di tono, con versi in tondo e in corsivo, tra i momenti riflessivi e il dialogo diretto con vari interlocutori, tra resistenza e abbandono, dissenso e cura. Tra le crepe del vivere e il bianco e la neve così spesso richiamati, tra l’esigenza del dire e il silenzio che prende la parola.

Dove il pensiero sull’esistere è scandito dai tempi del vissuto. Dove “La bellezza è un’ingiunzione” e “L’esilio è una prova di resistenza”. Nell’esigenza di trovare consonanze, muoversi accanto, tenere per mano. Attraverso l’attenzione a sfumature e spiragli, a “piccoli gesti di dimenticanza” e a “minute acrobazie”, così come ai dimenticati e ai sopravvissuti della storia e degli affetti...

In cerca di un’intonazione che consenta alla vita e alla voce di prendere e di dare forma, nel farsi carico di una parola in grado di dare senso a perdite e abbandoni, Francesca Marica ci indica che “Tutto sopravvive a una possibilità di traduzione. /Tutto sopravvive a un altrove”.

 

 

Da "Il tempo indietro"

 


*** 

La storia si ripete e lascia andare.

Non trattiene perché quella è la vittoria

incisa tra lo scheletro e il cielo

dove neanche tu sai, neanche tu puoi.

Bisogna camminare accanto per capire.

Come la parte migliore,

la forma assoluta e vicino allo zero,

un’isola che non è gelo ma nube,

la possibilità di una danza tra i larici ingialliti.
 

L’inverno è spostare il bianco con la mano,

per andare giù nel profondo, con le dita.

 


***


A buon diritto il freddo ha preso casa,

assomiglia a una montagna il suo profilo,

un facile rimedio per chi è costretto a ricordare.

Non c’è riposo che sia vero per la meccanica del tempo,

si ripete uguale il suo copione come in uno scherzo.
 

In fondo si conosce solo quello che è già stato immaginato.


 

Da "Dalla parte dell'acqua"

 

***

È una concezione del male meno sottile quella che proponi,

le parole che dici un incantesimo, la notte poi lo sai che arriva

ma i conti non tornano anche quando sono in eccesso.

 

L’esilio è una prova di resistenza.
 

Tutto sopravvive a una possibilità di traduzione.

Tutto sopravvive a un altrove.

 

***

Questo bianco non mi trattiene più.

Gli eventi con anticipo hanno fatto un balzo

perché la storia è fronde e voci.
 

Bisognerà farsi neve, ingoiare il sale,

prendere forma - come uno strumento,

un fiato, una nota che ha trovato la propria intonazione.


 

Da "Interstiziale fra elementi uguali o analoghi"

 

***

Lo spaccarsi della crepa

l’umidità che cresce e alleva rose.

I piedi svelti, i passi indietro,

il tuo segreto a lato

come un pugno lo racconti nella notte.

 

È il tremore di chi ha scelto di cadere

scampato il precipizio, a poco a poco.

 

***

Ti dico stiamo qui e in nessun altro luogo,

il resto sono storie inventate, sono scuse.

Profondità abissali, talvolta enigmatiche.

 

Ti cedo la parola, tu consegnami la voce.

Fai in modo che io possa poi parlare.

 


Francesca Marica (Torino, 1981). Vive a Milano, dove esercita la professione di avvocato penalista, dedicandosi prevalentemente al disagio e alla marginalità giovanile, alla violenza sulle donne e alla tutela delle fasce deboli.

Redattrice e curatrice di riviste letterarie, si occupa di critica poetica. Cura su Carteggi letterari la rubrica Segni, cifre e lettere e la rubrica La poesia del giorno. Ha collaborato con Argo, Poesia del nostro tempo. Traduce dall’inglese e scrive di teatro. Concordanze e approssimazioni è il suo primo libro.