Stefano Iori, poesia inedita "Ultimo stato d’animo di Didone", premessa di Ranieri Teti

Stefano Iori dedica un omaggio a Giuseppe Ungaretti, prendendo spunto da uno dei suoi testi più rappresentativi, tratto da La terra promessa.

Sembra una mimesi stilistica, un omaggio che richiama in maniera naturale il pre-testo.

I “Cori descrittivi di stati d’animo di Didone” sono in tutto 19, e Iori, con il suo gesto fedelissimo ci consegna il ventesimo, l’ultimo: l’”Ultimo stato d’animo di Didone”, che comprende i precedenti, talora quasi citandoli, pensato come un riassunto, l’appendice a un capolavoro.

Il distico finale di Ungaretti “Deposto hai la superbia negli orrori, / Nei desolati errori” viene ripreso da Iori in “Lascia la terra dei desolati errori / Cerca novizie gemme di stupore”.

L’omaggio è ardito e risolto dal poeta contemporaneo con un verso finale di notevole intensità: tutto rinviene e si sospende, dove le cose “aspettano, là dove non ti trovi”.

Sottesa al testo ungarettiano c’è la nitida presenza di Virgilio, conterraneo e sicuramente amato da Iori (tanto che gli ha dedicato un festival): possiamo pensare a un doppio omaggio.


 

Ultimo stato d'animo di Didone

Omaggio a Giuseppe Ungaretti

 

Nella tenebra, attonita e muta

traversi campi vuoti d'ogni grano

Al tuo fianco più nessuno aspetti
 

Tremore sottile in vele d'indugio

t'accoglie e avvolge, antica notte

dove vagheggi con occhi opachi

senza più nebbia a soffiar sogni
 

Incerta, furtiva, in dormiveglia

trarresti dal buio un'ala enorme

a ricoprirti di quiete sperduta
 

È città desolata la tua memoria

macerie perdute, fetori d'ansia

pronti a svanire nell'ultima viltà
 

Lascia la terra dei desolati errori

Cerca novizie gemme di stupore

Chiamano il nome tuo, le senti?

Aspettano, là dove non ti trovi
 


Stefano Iori è nato a Mantova nel 1951 e ha studiato Giurisprudenza all'Università di Parma. Dal 1979 al 1985 ha svolto un'intensa attività teatrale e televisiva, in Italia e all'estero, come attore e regista. Debuttò come saggista nel 1992, firmando il volume Scritture del teatro (edizioni Provincia di Mantova). Iscritto all'Albo dei Giornalisti Professionisti, è stato redattore del quotidiano La Voce di Mantova dal 1992 al 1999. Si è rivelato al pubblico e alla critica con la filmografia ragionata I Grandi del cinema - Tinto Brass (Gremese Editore, Roma 2000). Ha collaborato con vari editori in qualità di curatore, fra questi anche Editoriale Giorgio Mondadori. Ha firmato quattro libri di poesia: Gocce scalze (Albatros Il Filo, Roma 2011), Sottopelle (Kolibris, Ferrara 2013, con prefazione di Gio Ferri) e L'anima aggiunta (Edizioni SEAM, Roma 2014, con prefazione di Beppe Costa e traduzione in inglese a fronte – ristampa per i tipi Pellicano, Roma 2017), Lascia la tua terra – Sinfonia del congedo (Fara Editore, Rimini 2017), con brevi note di lettura di Flavio Ermini, Giò Ferri, Rosa Pierno, Ida Travi). Nel 2015 ha pubblicato il romanzo La giovinezza di Shlomo (Gilgamesh Edizioni, Mantova). È direttore responsabile della rivista di poesia Versante Ripido e dei Quaderni del Premio Letterario Giuseppe Acerbi. È direttore artistico del Festival Internazionale di Poesia Virgilio e del Sirmio International Poetry Festival, nonché coordinatore del Premio Nazionale di Poesia Terra di Virgilio. È studioso di cultura ebraica.