Maria Benedetta Cerro, "Lo sguardo inverso", LietoColle, 2018, nota di Flavio Ermini

L’esercizio della riduzione al precategoriale per giungere al primo principio è alla base della ricerca poetica di Maria Benedetta Cerro.

Inevitabili, dunque, l’abbandono dell’opinabile e la liberazione dall’incantesimo dell’ovvio.

Diciamolo: qui si tratta di superare la crisi di astinenza dalla verità.

Ci hanno fatto credere che un secondo principio non fosse fattibile.

Ebbene, Lo sguardo inverso contraddice questa credenza.

E dall’oltre di un dire sorgivo ci parla della perfezione di un incontro.

Della sacralità di un colloquio che si trasforma in canto.

 

Dalla sezione “Il dire sorgivo”

 

***

Ci ordinò di corrispondere

perché eravamo inconsolati.

E riprese a pulsare la vena

                                     dell’abbandono.

Il cielo neutro della parola

manifestò il suo dire sorgivo

                            e il lutto

fu animato dalla meraviglia.

Lui – il nodo del fenomeno

e del tutto – ci concesse il dettaglio

capitale che mutò lo sguardo.

 

***

La cucitrice di bocche

                            siede nel frastuono.

Il remoto e ciò che spera di venire

attraversano il filo che infilza le parole.

                             Tolto il senso

                             il suono

                             il sussurro

non resta che togliere il pensiero.

Allora ti sarà ridata la bocca

la cantilenante nenia dei pazzi.

 

***

Tu mi dici “terrifica e infelice”

io sono schiuma che brulica sui rovi.

Mi fu dato il conoscere

                  e il ritorno.

Dico il muto abisso

di cui posseggo chiave e profezia.

 


Maria Benedetta Cerro è nata a Pontecorvo e risiede a Castrocielo - Frosinone
Ha pubblicato: Licenza di viaggio (Premio pubblicazione “Edizioni dei Dioscuri” 1984); Ipotesi di vita (Premio pubblicazione “Carducci – Pietrasanta”, Lacaita 1987), nella terna dei finalisti al “Premio Città di Penne”; Nel sigillo della parola (Piovan 1991); Lettera a una pietra (Premio pubblicazione “Libero de Libero”, Confronto 1992); Il segno del gelo (Perosini 1997); Allegorie d’inverno (Manni 2003), nella terna dei finalisti al Premio Frascati “Antonio Seccareccia”); Regalità della luce (Sciascia 2009); La congiura degli opposti (LietoColle 2012), Premio “Città di Arce”; Lo sguardo inverso (LietoColle 2018); La soglia e l'incontro (Edizioni Eva 2018).