Francesco Marotta: Per soglie d’increato, Il crocicchio 2006

Nota critica di Rosa Pierno
Biobibliografia di Rosa Pierno

 

Appena si entra nel testo, una sorta di capovolgimento afferra il lettore e lo rende edotto sulla metamorfosi, anche transustanziazione, che lo attende, nel suo progressivo addentrarsi nel libro: “epifanie di lumi/ rovesciati in ombre”. E, subito, anche, deve fare i conti con l’arbitrarietà del linguaggio, con un nominare che non fonda: “un senso che non dura,/ con l’assenza che si desta/ in palpiti migranti fatti verbo”, eppure resta solo archivio di parole a testimoniare dei passaggi fra le diverse sostanze delle cose, quando non se ne percepiscono nemmeno i confini. Tutto il libro è difatti una delicatissima descrizione di questi passaggi impossibili, lievissimi, tra sostanze materiali e spirituali, visibili solo grazie a intermittenti fasci di luce che perforano l’ombra per un istante, per il tempo brevissimo, eppure sufficiente, affinché il poeta, afferri la volatile immagine e la restituisca con concretissima parola.

Dare la voce a ciò che non ne ha, far parlare ciò che è muto è azione da poeta, qual è Marotta, ed equivale a camminare su un filo sospeso sull’abisso. Poesia non è effimero esercizio. La corda sospesa tra materie inconciliabili, può essere percorsa solo da un esercizio quotidiano che sfida il vuoto e il risultato è un miracolo. Un’epifania. Profezie si rovesciano in avventi. Così come sguardi scientifici trasmutano in sguardi ermetici. E che cos’è un avvento se non un futuro capovolto?

Memoria è ciò che presiede alle arti: “su ritagli di memoria - /tra parole forzate/ in geometriche regole/ di abuso, una musica”. Non c’è distanza nemmeno tra le arti poiché tutto è fuso nella metafora poetica: “ci sono gesti augurali/ che danno corpo e /suoni/ all’invisibile,/ all’increato che migra/ tra due accenti - “.

Forse l’occhio può cogliere più della parola? Eppure, è solo nella restituzione linguistica che il mondo sembra svelarsi. Un’ultima metamorfosi o sarebbe più giusto dire discioglimento – come lo zucchero si liquefa in un liquido caldo – attende il lettore ed è il congiungimento natura/spirito, nel senso di mistero dell’origine, pur accompagnato da precisi riferimenti alla religione cristiana: “e bagna dell’anima il mistero,/ il vago apparire dell’evento,/ le stimmate, l’altezza - “, ma si direbbe che qui è la natura che si scioglie, insieme alla scienza nello spirito: “scienza che germoglia /in ciechi giunchi/ dove si compie l’estasi/ che brilla,/ impossibile/ pupilla del vivente”. Dobbiamo qui sentire un’eco di Pascal che niente altro pone in cima alla scala se non Dio. E allora, questo viaggio dapprima scandito da luce e ombra e poi accompagnato da angeli e da dei, giunge ora nella piena luce già indicata dal viaggio dantesco. Solo ora, “sillabe/ di pietra coprono il sentiero/ fino alla prima stella” e stanno ad indicare che Marotta ha accompagnato il lettore ai limiti dell’umano mondo.

 

Testi poetici

 

*

non tremano le parole
nella grafia invecchiata
delle nostre vite - alcune
si dispongono
in ibridi di carne,
cesellano malìe sui nastri
incisi nella traversata
o tardano
senza risolversi al ritorno
nelle acque rauche
di stagni memoriali,
nella vertigine innevata
di una foto segnata di polvere,
col sole bambino,
le vele distese
come campane al vento
e poche piume d’angelo
irrequieto
disposte in gomitoli di cielo: -

non trema
l’illusione spenta di rime
che curva il sillabario dei pensieri
verso immobili foglie
di sillabe malate -
anche il giorno che indossa
squarci d’acqua
ha occhi franati sotto il peso
di orizzonti troppo calmi,
lacere trasparenze
negli specchi
che mancano alla voce.

a Nanni Cagnone

 

Francesco Marotta (1954) ha compiuto studi classici e si è laureato in Filosofia e in Lettere Moderne. Vive in provincia di Milano, dove insegna Filosofia e Storia nei Licei. Ha tradotto Bachmann, Bonnefoy, Char, Celan, Jabès, Sachs. Suoi testi sono apparsi nelle riviste: “Il Segnale”, “Dismisura”, “Anterem”, “Convergenze”. Tra i suoi libri di poesia: Le Guide del Tramonto (Firenze, 1986), Memoria delle Meridiane (Brindisi, 1988), Alfabeti di Esilio (Torino, 1990), Il Verbo dei Silenzi (Venezia, 1991), Postludium (Verona, 2003 - Premio “Lorenzo Montano”, sezione inediti). Cura il blog di poesia “La dimora del tempo sospeso”.