Giulio Maffii, audiolettura su immagine; dalla raccolta inedita "Uno Stato di orgasmo apparente", nota di Laura Caccia

 

Fuori copione

 

Quasi la messa in opera di una sceneggiatura, la raccolta Uno Stato di orgasmo apparente di Giulio Maffii. Nell’evidenziare come tutto venga dissimulato da finzioni e ipocrisie, maschere e simulazioni, ruoli e copioni. E nel dispiegare un pensiero addolorato per la condizione umana che, in apparente stato di eccitazione e di frenesia, occulta in realtà un profondo disagio.

C’è sempre un ruolo un copione da seguire”, scrive l’autore. Un copione che interpretiamo a livello individuale, in un gioco continuo di maschere, sul confine labile tra reale e finzione. E che recitiamo a livello sociale, dove tutto in apparenza si muove freneticamente, in un fermento continuo, pulsante tra la vita e la morte. Dove infine si esce bruscamente di scena e la morte è reale, in guerre lontane e vicine

Il linguaggio si fa carico del senso di frustrazione e di amarezza che ne consegue, come evidenziano le frasi in sospeso e i tanti inizi con lo sconfortato “che”: “che pure non c’è altro”, “che viviamo affollati in mezzo al niente / gli dei hanno voltato l’angolo”, “che non c’è uomo / senza balbuzie d’identità”.

E il poeta? Anche lui apparenza e finzione? Anche se, rileva Giulio Maffii, la stessa “lingua si ritrae”, è la parola poetica che consente di togliere la maschera, sollevare il velo della finzione. Con una parola libera, anche se amara. Con una parola che si muova fuori copione.

 

 

Dalla sezione Copione

 

l’affogato nella carta dei tarocchi:

 

Gli indomenicati dal volto di sorba
potrebbero ricordarsi di tanto in tanto
di essere felici perlomeno unici
Silenzio un atto di intimidazione
-non siamo necessari al mondo-
Lo sguardo è così pieno di debiti
C’è sempre un ruolo un copione da seguire
tranne poi depistare le reliquie
dentro a un figlio o a un videogioco

 

Queste righe mi si fanno fuoco

 

 

Dalla sezione Congiunzioni

 

che pure non c’è altro
che la sottrazione è un metodo
necessario
che nessuno è venuto al mondo
per sua volontà

 

(quel che fa dolore
non esiste)

 

[oh sì felicità raggiunta
si cammina sempre
su qualcosa che puzza]

 

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che tra poco saremo corteccia

che ci nasconderemo come luce
nell’antebuio di una stanza
o di una gabbia toracica

che non c’è uomo
senza balbuzie d’identità

 

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che al supermercato si sentono discorsi

-che poi lui che ero io
mi stava uccidendo-

non pesava la morte
[ al chilo a saldo potendo ]

senza maschera ho visto
il volto che non era il mio

 

 

Dalla sezione Orgasmo apparente

 

che la gente muore davvero
e si divora l’un l’altro con gusto
mentre il silenzio impiglia
lo spreco di persone che abbiamo vissuto

la testa nel canotto rovesciato a pelo d’acqua
che non dovevano stare attenti soltanto alle meduse
che sottovoce facevano il segno della croce

 

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[che la gente muore davvero per quieto non vivere]

 


Giulio Maffii, docente, scrittore e critico, ha diretto la collana di poesia contemporanea per le Edizioni Il Foglio. È capo redattore della testata giornalistica “Carteggi Letterari”. Suoi lavori sono stati tradotti in spagnolo, inglese e romeno. Nel 2013 è uscito per Marco Saya Edizioni il saggio breve “Le mucche non leggono Montale”. Nel 2014, dopo aver vinto il Premio Internazionale Castelfiorentino con “Arische rasse – Novella di guerra”, ha pubblicato per Marco Saya Edizioni “Misinabì” sui miti della morte degli Indios Taino. Sempre nel 2014 un suo saggio “L’Io cantore e narrante dagli aedi ai poeti domenicali: orazion picciola sulla parabola dell’epos” è stato pubblicato da Bonanno Editore. Nel 2015 il poema storico “Il ballo delle riluttanti” per Lamantica Edizioni e nel 2016 “Giusto un tarlo sulla trave” per Marco Saya Edizioni. Nel 2018 “Angina d’amour” (Arcipelago Itaca ed.) In corso di pubblicazione gli interventi tenuti tra il 2017 e il 2018, uno nel congresso “Identy agonies” svoltosi a Padova, l’altro per l’Archivio per l’antropologia e l’etnologia, dal titolo “Con i piedi in avanti”: la lunga passeggiata di antropos e thanatos tra poesia e vizi simili”.

Fa parte dell’associazione Pallaio per gli studi antropologici e multidisciplinari di Firenze. È docente di storia contemporanea del corso di laurea in Scienze giuridiche della sicurezza presso l’ISP di Firenze.