Francesco Bellomi e Laura Caccia su “Quinta dimensione - Poesie scelte 1958-2018”, Mondadori 2018, di Corrado Calabrò

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Varcare la porta

Con l’opera antologica Quinta dimensione Corrado Calabrò presenta poesie scelte del periodo 1958-2018. Aggregate per nuclei tematici, tra due cornici di riflessione: all’inizio la nota che accompagna il poema ‘Roaming’, alla fine il saggio ‘C’è ancora spazio, c’è ancora senso per la poesia, oggi?’. Permettendo così una visione completa della poetica dell’autore e del suo pensiero sulla stessa. Una poetica che appare da sempre tesa a varcare soglie. Attraverso i passaggi che i titoli delle sezioni, alcuni già titoli di opere precedenti, e le poesie di una vita evidenziano. Nella realtà più composita come nel sentire interiore. Nella memoria personale come nella tensione civile. Nei mascheramenti di un autoritratto come nel sogno. Negli spazi siderali come nel tempo sincronico. Facendo varcare così, alla poesia, porte che aprono mondi diversi.

 

La quinta dimensione declinata dall’autore suggerisce infatti diverse direzioni di senso. Dilatandosi tra l’invisibilità dello spaziotempo pentadimensionale, come le teorie astrofisiche delineano nell’incrocio dei campi gravitazionale ed elettromagnetico, e il sommerso della psiche, nell’ardere magmatico del desiderio. Una dimensione che appare di natura poetica e che consente l’accesso ad universi ulteriori, nel pensiero e nel sentire. Come evidenzia la poesia che dà titolo alla raccolta, a partire dal cosmo, dall’altrove e dal fuoco interiore per concludersi nell’inconscio, dopo aver espresso la necessità, per l’amore, di inoltrarsi «a ritroso, contro senso, / nel vuoto di memoria del futuro. // Bisogna oltrepassare, come Alice, / la lastra riflettente di cristallo / e senza aprirla varcare la porta / per cui s’accede alla quinta dimensione».

Nei suoi versi Corrado Calabrò tiene poeticamente uniti la scienza e la parola, la realtà e il desiderio. Il mare si dilata ovunque, ma più del mare il sentire interiore del mare. Così l’amore, più di quello visibile e concreto quanto di esso si infuoca nell’inconscio. Così la verità, che si occulta in una dimensione nascosta «come un sasso nell’acqua». Occorre allora varcare la porta. Accettare il rischio che il desiderio, l’amore e la ricerca del vero comportano. Tra la sfida e il mistero. Pur nell’inconcludenza della ricerca, nell’impossibilità di comprendere il cosmo, come di padroneggiare il tempo. Le citazioni, tra le tante presenti, scelte per ‘Roaming’, in esergo di Senofonte e T.S.Eliot e in chiusura di S.Weinberg, ne confermano le difficoltà e l’ampiezza. Varcare la porta, ci mostra questa poetica, spalanca mondi. Aperture critiche, per il pensiero. E la bellezza, per la parola.

 

Da: Autoritratto? Certo, ma è il mio?

 

LO STESSO RISCHIO

 

Razionalmente, certo, il mare è un rischio;

ma io non l’ho mai sentito come tale.

 

il mare va preso come viene

così, con la sua stessa inconcludenza:

portando verso il petto, a ogni bracciata,

un’onda lieve che non si trattiene.

 

Non c’è altro senso nel tendere al largo,

dove l’acqua è mielata dal tramonto,

se non di tenere la cadenza

fino a quando stramazzano le braccia

e spegnere nel mare il desiderio

di raggiungere a nuoto la soglia

che segna il limitare a un nuovo giorno.

 

Se allora ci si gira sopra il dorso,

come pescispada dissanguati,

agli occhi gonfi d’acqua e indeboliti

spalanca il cielo la sua occhiaia vuota:

ma il corpo sta sospeso in un’amaca

che lo sorregge come si è riamati

nell’età antecedente la ragione.

Passata quell’età, l’amore è un rischio,

infido quanto più ne ragioniamo.

 

Al mare si va incontro come viene,

in un’illimitata inconcludenza,

sentendosi lambire a ogni bracciata

da una carezza che non si trattiene.

 

È una scommessa tutta da giocare

fino alla sua estrema inconseguenza.

La cosa più penosa è far le mosse

sulla battigia, invece di nuotare.

 

(1981)

 

Da: Presente anteriore

 

QUINTA DIMENSIONE

 

Stelle grosse come tordi,

appollaiate sui Peloritani,

da prendere nel cavo della mano

dentro la notte, nera e trasparente

quasi quanto le notti del Sahara.

 

Credevo, inseguendoti, d’amarti

e ero solo un turista dell’amore.

Per tutto questo tempo t’ho cercata

- chi sa perché -

come un bambino, altrove.

 

Rode come la brace

la calce viva che mi porto dentro

e che, per sopravvivere, divora

le cellule nervose in cui è incarnato

il segno a fuoco della tua presenza.

 

S’è fatto indistinguibile il divario

tra di essa e l’immagine riflessa,

che s’allunga all’indietro nello specchio

via via che si consuma la candela.

 

Unica chance, se ti voglio seguire,

è inoltrarmi a ritroso, contro senso,

nel vuoto di memoria del futuro.

 

Bisogna oltrepassare, come Alice,

la lastra riflettente di cristallo

e senza aprirla varcare la porta

per cui s’accede alla quinta dimensione.

 

Forse da dentro mi aspetti a quel varco:

recessivi

sugli estremi planari dell’inconscio,

come la sorte s’aprono i tuoi occhi.

 

(1984)

 

IL SASSO NELL’ACQUA

 

Eh, la verità… Tu credi?

 

Secondo me

la verità gioca con un gatto

come una pallina

in sospensione in una boccia d’acqua.

 

Ci vuoi provare? Vedi questo ciottolo?

Lancialo così, a paragone.

 

Ecco, la verità

è come un sasso nell’acqua.

 

Ne puoi scorgere i cerchi in superficie

ma se lo segui con lo sguardo al fondo

non si distingue in mezzo agli altri ciottoli.

 

(1992)

 

Da: Ancora telestupefatti

 

FUORI ORARIO

 

Sono chiusi il portone sulla piazza

e quello secondario lato mare

nella cattedrale del silenzio.

 

Non suonano da tempo le campane

l’Ave Maria

nel villaggio globale.

 

Torpido e dolce il sole si dilunga

sul mare e fa le fusa

nella grande vetrata laterale.

 

(2009)

 

 


Corrado Calabrò è nato a Reggio Calabria, sulla riva del mare.

Il primo volume di poesie, scritto tra i diciotto e i vent’anni, venne pubblicato nel 1960 dall’editore Guanda di Parma col titolo Prima attesa.

Sono venuti poi altri ventitré volumi, tra cui: Agavi in fiore (1976), ed. SEN; Vuoto d’aria (1979 e 1980), ed. Guanda; Presente anteriore (1981) ed. V.Scheiwiller; Mittente sconosciuta (1984) ed. F.M.Ricci; Rosso d'Alicudi, pubblicato nel 1992 da Mondadori, raccolta completa (all’epoca); Lo stesso rischio (2000), ed. Crocetti; Le ancore infeconde (2001), ed. Pagine.

Nel 2002 ancora Mondadori ha pubblicato una vasta raccolta dell’ultraquarantennale produzione in un Oscar dal titolo Una vita per il suo verso. Del 2004 è la raccolta Poesie d’amore, edita da Newton&Compton. Nel 2009 sono uscire due importanti raccolte: La stella promessa, nella collezione “Lo Specchio” di Mondatori; T'amo di due amori, raccolta tematica delle poesie d’amore, Ed. Vallardi.

Recenti edizioni italiane sono: Dimmelo per SMS (2011), Ed.Vallardi; Rispondimi per SMS (2013), ed. Vallardi; Mi manca il mare (2013), Genesi Editrice; Stanotte metti gli occhiali da luna(2015), Genesi Editrice; Mare di luna (2016), Il Convivio Editore.

L’ultima pubblicazione in Italia è Quinta Dimensione, Oscar Mondadori 2018, che è la sua più completa opera poetica.

Sono più di trenta le edizioni straniere delle sue opere in venti lingue, oltre le traduzioni di poesie singole. Delle sue poesie sono in circolazione vari CD con le voci di Achille MilloRiccardo Cucciolla, Giancarlo GianniniWalter Maestosi, Paola Pitagora, Alberto Rossatti, Daniela Barra. Numerose sono le trasposizioni teatrali e musicali dei suoi versi, di cui una in musica sinfonica, con recital in una trentina di città, anche all’estero.

Ha pubblicato anche alcuni saggi critici, tra cui: Per la sopravvivenza della poesia uccidiamo i poeti, “Poesia” Crocetti, n.143, ottobre 2000; Il poeta alla griglia, “L’illuminista”, dicembre 2003; Rappresentazione e realtà, Nuovi Argomenti, aprile/giugno 2011. Ed è autore di un romanzo, Ricorda di dimenticarla (Newton & Compton, 1999), finalista al premio Strega del 1999, tradotto in rumeno e in spagnolo.

Numerosi i premi letterari e i riconoscimenti ricevuti per la sua attività letteraria, tra cui le lauree honoris causa da parte dell'università Mechnikov di Odessa, nel 1997, dell'università Vest Din di Timişoara nel 2000 e del l'università statale di Mariupol nel 2015. Nel 2016 l'università Lusófona di Lisbona gli ha attribuito il Riconoscimento Damião de Góis. Nel luglio 2018 l’Unione Astronomica Internazionale, su proposta dell’Accademia delle Scienze di Kiev, ha dato all’ultimo asteroide scoperto il nome Corrado Calabrò per avere rigenerato la poesia aprendola, come in sogno, alla scienza.