Sirio Tommasoli: corti e videoart dalla I Prima Biennale Anterem di Poesia

Dalla Prima Biennale Anterem di Poesia: Officina della percezione II

Le opere che abbiamo presentato in questa rassegna non narrano e non descrivono cose. Sono piuttosto segni che tracciano, incidono, si muovono come echi o presagi.

Il loro tempo è estraneo al divenire di un’azione o di una storia ma piuttosto vicino al ripetersi insistente di un cuore che pulsa.

Eelco Brand, l’autore del primo video, vive a Breda in Olanda. Partito dalla pittura, ha individuato nella computer animation una sorta di superamento della staticità del quadro dipinto. Questo, come quasi tutti i suoi, è un video breve che ricostruisce frammenti di un paesaggio che non esiste: non ha inizio né sviluppo narrativo e può essere visto come un quadro in movimento.

“Heaven Can Wait”, il secondo video, è un’opera di Oliver Pietsch, artista che vive a Berlino. E’ un’unica sequenza, tratta dall’omonimo film di Ernst Lubitsch, che si ripete più volte creando – proprio nell’insistenza dell’iterazione – un’attesa senza esito, sospesa in una sottile ironia.

Insistenza che ritroviamo nell’inquadratura del video successivo, “Body Snatcher” sempre di Pietsch, che carica di violenza il primo piano del protagonista a guardia di una banca, stretto dal teleobiettivo e ripreso a mano libera con conseguenti bruschi movimenti di quadro che sottolineano il ritmo ansioso e nevrotico dei movimenti della bocca e degli occhi.

Il quarto video, “Serendip” è di Mario Consiglio, artista che vive a Perugia. Questa animazione digitale ha origine nelle sue opere pitto-scultoree, che trovano qui deformazioni e distorsioni prospettiche in un ritmo serrato, scandito dalle musiche originali di Claudio Coccoluto.

La quinta opera “Misfit”* ancora di Oliver Pietsch, è lo storico urlo di Marilyn Monroe che risuona all’infinito come un’eco della sua immagine, l’eco drammatica di questa icona straordinaria del cinema di Hollywood.

L’ultimo della rassegna, è un mio video, “Light Waves”, composto di due inquadrature fisse che si alternano, si inseguono in tempi via via sempre più brevi, fino a sovrapporsi nei frame della telecamera. Sono continui movimenti minimi della natura, suoni e rumori di un respiro sempre più estraneo al nostro.

The Misfits (1961) di John Huston, con soggetto e sceneggiatura di Arthur Miller.

Sirio Tommasoli è redattore di “Anterem”. Per la sua biobibliografia vedi “Chi siamo” nel sito.