Paolo Artale, videolettura; dalla raccolta inedita "Conversazioni in giardino", nota di Laura Caccia

 

La cura del dire


Con chi dialoga Paolo Artale nelle sue conversazioni in giardino?

Dove parole e gesti, nel contesto di una natura prossima, sono disseminati attraverso molteplici, differenti cure. Delineando confini e delimitazioni e nel contempo spalancando passaggi e dilatazioni, ponendo rimedi all’incompletezza e insieme proponendo inedite soluzioni, cercando di volgere attenzione alla “paziente / ricostruzione del cielo”, così come alla devota edificazione di “punti di rugiada”.

È chiaro come, per l’autore, la natura rispecchi elementi di separazione e di distacco, nei suoi “aspetti di confine. / a esilio”, e nello stesso tempo consenta un’immersione totale in essa. E come, ancora, riesca a garantire “un impreciso numero di felicità”

Anche la parola viene coinvolta nell’azione naturale di ricomposizione e di creazione di nuove soluzioni, inediti disegni. E la natura, nei suoi “colloqui vegetali”, appare l’oggetto e insieme l’interlocutore privilegiato delle conversazioni, tanto da far supporre che proprio da essa venga raccolta un’eredità di cura e di parola.

Così, nella necessità etica di un pensiero rivolto alla ricomposizione, come nell’esigenza estetica tesa alla creazione, in questi testi di Paolo Artale sono soprattutto gli elementi della natura a sostenere la cura del dire, a proporre “soluzioni diverse come calchi di gioia”.


 

 Da: conversazioni

 

-strada per Tovi-
 

per lato a confine di giardini o

qualcosa lasciato in dono:
 

costruire punti di rugiada.
 

questa estate è la prossima esitazione.

ma soprattutto i soffioni aperti.
 

profaniamo il bosco da ogni parte.
 

spesso i fiori sanno ripetersi

per imitazione. durante la notte.
 

***

deve cambiare questa aria in clausole

di piuma. vestigia
 

rimangono di intenti a fogliame.
 

propagate per semina si oppongono.

bacche.
 

un impreciso numero di felicità.

 

 

Da: acque di riposo. di composizione

 

***

osservando gli occhi delle altre, dice
 

è sbocciato quasi nulla tra le forme

private del caprifoglio.

un posto dove si aprono in un modo diverso.

dimenticano il dominio.
 

altra cosa è le proprietà del gelo.

la luce riflessa dal dorso degli insetti

 

il controllo delle- posizioni lontane

dove si trovano le cose cadute.

mentendo sulla bellezza feriale
 

sulla composizione del giardino

e delle terre sigillate.

i suoi orli nella finitura delle lampade

è come ammirare questa residenza

in una-altra estate fredda

 

*** 

sostituendo i pensieri delle altre, dice

e poi ripenso alle cuciture del bosco

il tentativo di educare la luce negli inneschi

o capsule- ugualmente

gli apici sono solo una parte della notte.

per poi diligere il contenuto del buio.

 


Paolo Artale, nato a Busto Arsizio nel 1966, vive a Cantello (VA). Ha fatto parte di diversi gruppi poetici e ha partecipato a numerose letture pubbliche. Suoi testi sono apparsi, tra l’altro, su “L’Ulisse”, rivista on-line per la quale ha intervistato Antonella Anedda; sulle riviste “Resine”, “Atelier”, “La clessidra”; su “poeticodiario”, Lietocollelibri; su “Le vie della letteratura”, puntoacapo Editrice; su “almanacco punto”, sito on-line della puntoacapo editrice.

Dal 2010 al 2012 ha tenuto, in co-conduzione, un laboratorio di poesia per conto di un’associazione culturale. Dal 2002 al 2005 è tra gli autori di “invisibile voce” poesia a teatro contro la guerra.

Da diversi anni, sta approfondendo la conoscenza della letteratura dell’ottocento, soprattutto italiana e francese e della letteratura americana e inglese del novecento.

Dal 2015 collabora con “puntoacapo Editrice” di Alessandria. Ha pubblicato: ”La stagione sconosciuta”- Centro Stampa (1998); “L’abbandono” – EOS Editrice (1999) prefazione di Marco Merlin; “Una specie di quiete”- Dialogolibri Editore (2008); “Gli incanti” -Book Editore; “i meli”-puntoacapo Editrice (2014), prefazione di Valeria Serofilli.

Ha ottenuto diversi riconoscimenti sia per l’edito che per l’inedito, tra i quali: la silloge “i meli” ha ottenuto la “menzione” alla XXVII edizione del premio “Lorenzo Montano”, sezione inediti; un testo tratto dalla raccolta inedita “conversazioni in giardino” ha ottenuto la “menzione” al XXIX premio “Lorenzo Montano”.

Hanno scritto di lui e della sua poesia: Angelo Lorenzo Crespi, Lorenzo Scandroglio, Giorgio Romussi, Fabio Simonelli, Marco Merlin, Giuliano Ladolfi, Manrico Zoli, Jacopo Marchisio, Valeria Serofilli, Emanuele Andrea Spano, Tito Cauchi, Raffaele Piazza