Geometrie trasversali

Nell’adoperare precisi schemi linguistici rispettosi delle comuni regole, Rosa Pierno, con “Trasversale”, suggerisce, anche per contrasto, un quid che trascende il reticolato proposto.

Ma non di semplice “non detto” pare trattarsi, lo svolgersi dell’ ordinata procedura formale sprigionando valenze evocative tali da escludere ogni contingenza, per richiamare dimensioni in cui le sorti stesse degli umani stili di vita si rivelano coinvolte.

Proprio quanto è ineffabile risulta, in effetti, protagonista: ovunque presente, sotteso a ciascuna unità sintattica, “espresso” con intensità ìndice d’ intima consapevolezza di vitali sensibilità, oltre e origine nel contempo.

Da qui, perciò, l’ insistere su personaggi che, nei più svariati àmbiti disciplinari, considerarono la severa ricerca scopo precipuo: anche in loro, avverte, nemmeno troppo implicitamente, l’ autrice, dovrà pur essersi manifestata coscienza di quel muto mondo da cui, in virtù di gesti comunque creativi,furono con genialità tratti segni utili al genere umano.

Nessun campo dello scibile, così, viene escluso da una trattazione complessa, capace di procedere per affermazioni di tipo aforistico, a tratti brucianti, ben attenta ad evitare cadute in un’ apparente, illusoria, esaustività: tutto, insomma, anche l’ indicibile, è presente nel sistema di comunicazione adottato e compito del poeta è renderne testimonianza in forma originale, artistica, secondo istanze, in ultima analisi, di genere etico.

Fu precisione finezza.

Marco  Furia

(Rosa Pierno, “Trasversale”, Anterem Edizioni, Verona, 2006)