Gregorio Tenti, poesia inedita "Dell’immensa disfatta", nota di Ranieri Teti

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Blanchot in esergo ci ammonisce, ammonisce tutti gli umani che “non sanno nulla dell’immensa disfatta verso cui vanno, ignari di se stessi”.

Gregorio Tenti, mediante la scrittura severamente controllata di questo poemetto tripartito, partendo da molto lontano, dove tutto è interno a tutto, ci porta poco a poco, attraverso quelle terre trapassate nel profondo e proseguendo il viaggio verso le bianche carcasse di eterno, a condividere il nostro destino prefigurato da Blanchot.

Fino alla stazione ultima, nel terzo tempo del poema, quello della risalita. Qui infatti partiremo di buon’ora e arriveremo / senza che il sole cali, sicuramente verso i luoghi di nuove superfici per la parola, probabilmente dentro l’ultima incertezza o verso l’inaspettato.

Qui il poetico sovverte le convenzioni. L’atto del poeta ancora una volta esprime la sua unicità, rivendica il diritto di innalzare alte difese contro il rapido decadimento di ogni cosa.

Quanto circonda un poeta può essere abisso oppure incanto: ovvero, ripensando al testo di Tenti, incanto dell’abisso.

 

Nota biografica di Gregorio Tenti