Ranieri Teti

Stefano Allievi

Da “Epica della normalità” 
 

non e` nulla

non e` nulla
e` il mondo che finisce
la terra che gira senza senso

il vivere inquieto delle cose
 

non e` nulla
e` il dolore del parto
la vita che nasce dalla morte
quella magnificenza assurda del sentire
 

non e` nulla
e` soltanto la ferita
del corpo inquieto, il cancro e la cancrena

che portiamo con noi senza sapere
 

Ultima pagina: Galleria fotografica di sabato 20 ottobre 2018, scatti di Francesco Paviglianiti

Sergio Sichenze, una poesia inedita “Et in Arcadia ego”, premessa di Ranieri Teti

Il primo capitolo, l'origine di un ipotetico atlante di gesta celesti e terrene, viene dispiegato in questa poesia di Sergio Sichenze. Siamo all’incipit, l’Arcadia.

Enea Roversi, dalla raccolta inedita “Coleoptera”, nota di Laura Caccia

Le mutazioni

Si snoda come una sequenza di inquadrature, insieme statiche e mosse da trasformazioni, la raccolta Coleoptera di Enea Roversi, in tensione tra stagnazione e cambiamento, immobilismo e mutazione.

Stefania Portaccio, dalla raccolta inedita “Waterloo”, nota di Laura Caccia

Tra misura e dismisura

C’è un momento ben preciso, una cesura o una percezione del limite, che separa la piena espansione di sé, del sentire, del dire e la consapevolezza dello stato di esilio della condizione umana e della lingua che la esprime: il limite evidenziato dallo scacco e dalla sconfitta che attende al varco gli atti umani, sia esistenziali che poetici, e che Stefania Portaccio porta alla luce nella raccolta dal titolo emblematico Waterloo.

Alessandro Mazzi, prosa inedita “Il mito del nostro tempo”, premessa di Davide Campi

Alessandro Mazzi costruisce questo testo come si costruisce un atlante del pensiero. C’è tutto: filosofia, poesia, pittura, psicanalisi. È in realtà una sorta di flusso ininterrotto di conoscenza, fatto di citazioni, rimandi, brevi sintesi teoriche, a volte organizzato con momenti di pura letteratura, spesso con il tono dell’esortazione, pensato in crescendo.

Giulia Martini, prosa inedita “La gora e l’abbandono”, premessa di Davide Campi

In questa prova saggistica lo sguardo acuto di Giulia Martini coglie la presenza del termine “gora“ in quattro grandi testi poetici e da qui costruisce un saggio sull‘abbandono, sul senso di estraneità, in cui convergono Dante, Pascoli, Montale e Luzi.

Fabia Ghenzovich, poesia inedita “Nudità”, premessa di Ranieri Teti

Leggere, e soprattutto rileggere questa poesia di Fabia Ghenzovich tocca in profondità. Tocca le corde più sensibili dell’agire in versi: infatti Nudità non è solo una poesia ma anche una dichiarazione di poetica. Nudi, come veniamo al mondo, scriviamo; anche se la nostra voce aurorale nasce sotto “strati e strati” di deteriorate parole rese vane e vassalle da un uso sempre più strumentale e utilitaristico. La poesia, quando è tale, è voce dal fondo che per contrasto illumina le tenebre.

Condividi contenuti