Strane parole

Dolorose e disarmanti, le voci delle “Anime strane” proposte da Marco Ercolani e Lucetta Frisa, nel rispetto di nessi formali privati della loro comune valenza, mostrano, per così dire, in astratto, il funzionamento dei meccanismi linguistici, evocando l’indicibile.

Dell’ ineffabile, di quel vivido impulso capace di dare origine all’ espressione senza esserne mai oggetto, è possibile rendere testimonianza anche per mezzo di un delirio “ordinato” secondo strazianti illogicità che, nelle stesse parole dei malati di mente protagonisti, non perde i contatti con essenziali nuclei comunicativi: la significanza, non a priori abbandonata, anzi ricercata con determinazione, viene giocata su dimensioni altre.

Sequenze come “So perché ho male al cuore. Lui mi esce dal torace e comincia a cantare. Lo sento bene, anche adesso. E’ un uccello del paradiso. Ha le piume colorate. Canta la fine del mondo.”, nette e incisive, paiono riferirsi a enigmatiche necessità, tali da costringere a seguire proprio certi schemi, al fine di dare sbocco a istanze espressive vissute quali straordinarie.

Emergono consapevolezze, profonde e sorprendenti, di eccezionalità prive di percorribili itinerari d’ integrazione, che non rinunciano a pratiche linguistiche tipiche: le anime strane, insomma, parlano specifiche lingue.

Ed i poeti, abili costruttori di linguaggi dalla spiccata originalità, possono comprenderle almeno nell’ esigenza non di spiegare, bensì di esibire, umane condizioni: il “cuore”, allora, può anche essere considerato “un uccello del paradiso” che “Canta la fine del mondo”, la forza delle metafore risultando, talvolta, così potente da opporsi, con efficacia, al bolso fluire lungo circuiti banali, per concedere illuminanti attimi.

Se non si tratta, certo, di dover imparare “il linguaggio della verità”, poiché quest’ ultima non è oggetto esterno, più o meno raggiungibile, ma abita e vive nelle stesse forme idiomatiche in uso, resta pur vero che esistono molteplici linguaggi, espressione di esistenze degne, in quanto tali, di attenzione: un’ attenzione scrupolosa, lontana da qualunque ingiustificato atteggiamento di superiorità, capace di aiutare a meglio comprendere gli altri e se stessi, di cui non si può non essere grati agli autori.

Furono acute selezioni.

Marco Furia

 (Marco Ercolani, Lucetta Frisa, “Anime strane”, Greco & Greco editori, Milano,2006)
La presente nota critica è stata pubblicata on line da “Tellus” ( www.tellusfolio.it )