Febbraio 2007, anno IV, numero 6

Nanni Cagnone, da L’oro guarda l’argento, con saggi di Paolo Aita ed Enrico Cerasi

*
Solo superficie, polvere soltanto,
ma inattesa polpa incantata
dell’autunno, se passo
qui dov’è il mio peso
come un segno in un libro,
una risposta, e facili nuvole
sopra le rondini, e sotto,
più sotto, senza mai saperlo,
l’orlo d’erba del passato.
Niente, neppure una parola.
L’oro guarda l’argento.
THE BOOK OF GIVING BACK, 1995

Lucia Sollazzo, da Chiusa figura, con un saggio di Tiziano Salari

PER LEGGE D’EQUILIBRIO

In stanze, in luoghi preparati
per ascoltar silenzio
tra quinte discorsive,
più alta la colonna dell’umano
nel vaso della mente
dovrà salire, svelta
comunicando con denso buio
per legge d’equilibrio.

CATASTROFE

Cosimo Ortesta, da Una piega meraviglia, con un saggio di Vitaniello Bonito

IL MARGINE DEI FOSSILI

I
le acque provenienti dagli abissi si congiunsero a quelle,
dando luogo a crolli e al conseguente…
inondazioni derivarono e sedimenti
nel ripetersi della sovrapposizione. Non tutte le pietre
ma solo massi spezzati stettero alla base.

II
nell’ardesia si vedevano di frequente
forme di pesci esattamente come fra le mani
bocche si scolpiscono aperte nelle impronte schiacciate

Cesare Greppi, da Poesie scelte, premessa di Stefano Agosti, con un saggio di Stefano Verdino

*
Come fece il sole
con le tue membra minute
quando sospiravi, come
fecero alcune
cose passeggere
solcandoti come alte
sbalordite mezzelune

*
Una fine luce come pioggia
confina con gli alberi e coi fiumi,
la notte alta troppo lentamente
frantuma l’avversario: la sua
polvere è lungi dal cadere

parla, sì, parla

intero è diventato ormai
ciò che si rabbuia: addio,
dunque, spalle, cranio, abbiate
cura del vostro risveglio

Alfredo Giuliani, da Furia serena, con un saggio di Ugo Perolino

RESURREZIONE DOPO LA PIOGGIA

Fu nella calma resurrezione dopo la pioggia
l’asfalto rifletteva tutte le nostre macchie
un lungo addio volò come un acrobata
dalla piazza al monte
e l’attimo sparì di volto in volto
s’accesero i fanali e si levò la buia torre
contro la nostra debolezza
i secoli non ci hanno disfatti

TESTAMENTO PRECOCE DEL GIOVANE MAX

Enrica Salvaneschi, Cantico dei cantici, interpretatio ludica

Enrica Salvaneschi è poeta, saggista, direttrice della collana di critica Hermaion per Book, docente presso l’Università di Genova di Letterature comparate.

Recentemente ha ripubblicato, venticinque anni dopo la prima edizione, la sua traduzione del Cantico dei Cantici. Che comprende anche un’ irresistibile interpretatio ludica, definita un utile atto libertino.

Michele Ranchetti, Elegie duinesi

La coppia di traduttori Michele Ranchetti e Jutta Leskien, che già ci aveva offerto il Conseguito silenzio di Celan, Einaudi 1998, ci consegna oggi una nuova versione delle Elegie duinesi di Rilke.

Roberto Rossi Precerutti, Spose celesti

(…)

dentro lo specchio opaco di annullato

mattino – e, qui, quest’assedio, il lavoro

paziente di saccheggiato decoro,

di beltà demolitrici, ossidato

 

cerchio di vista e senno, senso oscuro

di balbettanti sillabe come alta

rabbia di rovine, e l’essere lontano,

ancora, dove nessun verde smalta

il composto giardino d’ansia, e il duro

Stefano Guglielmin, La distanza immedicata

Carsica o in piena luce, la poesia, come un fiume, è scorrere continuo e nascita costante. Nella costruzione di questo nuovo libro, come è possibile cogliere sin dai titoli delle sezioni, Stefano Guglielmin ha impiegato come struttura prevalente nomi di fiumi altamente simbolici. Tra echi di letteratura, memoria, vita e morte. Come osserva Giovanna Frene in prefazione, “il fiume, pur non ergendosi come un muro, separa di fatto una riva dall’altra. E attorno al concetto di movimento, cioè di caduta e separazione, si impernia il libro”.

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