Perspicace variazione

Con “i’s variation”, l’ acuta pupilla di Shin Tanabe suggerisce raffigurazioni non classificabili secondo normali coordinate.

Non vi è nulla di fittizio, ma molto di naturale, di antropologico, in questa successione che invita a riflettere sulla grammatica del vedere: a quali oggetti si riferiscono le immagini proposte? Qual è il loro significato?

Una risposta univoca non appare possibile, in quanto è lo stesso schema logico “immagine” ad essere mostrato: innumerevoli sono le facoltà di significanza, molteplici essendo i linguaggi nel cui àmbito esse possono possedere non aprioristiche valenze.

Certo, il sospetto che quanto presentato costituisca esito d’ indagini fotografiche compiute a bordo di astronavi extraterrestri può fare capolino, ma questo accade poiché visioni non ordinarie sembrano proponibili soltanto da “esterni”, i confini dei nostri schemi inducendoci, fraintesi, in errore.

 Non tanto di ulteriori modelli qui si tratta, quanto dell’ esibizione, in forma artistica, di una possibilità, del fatto che, cioè, non sussiste nulla di dato una volta per sempre, ma che tutto, anche il linguaggio, partecipa dell’ umana storia naturale: nel caso di Shin Tanabe, insomma, non si è in presenza di un alieno dall’ incomprensibile idioma, bensì di un uomo, un artista, deciso a presentare, in maniera perspicua, grammaticali dimensioni.

Nulla viene tolto, qualcosa (molto) viene aggiunto da uno sguardo estremamente consapevole, capace di cogliere mondi non come sono “in parte”, ma “come potrebbero essere”, promuovendo feconde riflessioni: le coordinate, davvero, dicono non poco sui loro fruitori.

Efficacissima scansione.

Marco Furia

(Shin Tanabe, “i’s variation”, www.geocities.jp/shishidelta/ )