Sandro Pecchiari, audiolettura della poesia inedita “Stanotte dormo fuori, premessa di Ranieri Teti

Audiolettura

La ballata notturna “Stanotte dormo fuori” è rischiarata, metaforizzata, dai vividi colori di un semaforo in un esterno notte urbano, quando le luci sono basse come i bagliori del firmamento, evanescenti in un’assenza che si traduce in un’assenza di parole. Possiamo immaginare questo deserto, il continuo, alternato lavoro del semaforo sotto la flebile persistenza delle stelle.

Sandro Pecchiari mette in scena la civiltà della poesia, la forza della poesia quando si fa civile.

Il poeta si addentra in uno scorcio di umanità ai margini, passando da un “verde da sotto sottobosco” a un rosso “come un sorriso di fiammiferi bruciati tutti assieme”, fino a un giallo che “è ansia di divieti”: ci porta, nella pulsione della notte che vive celandosi, nel suo segreto nascosto.

Pecchiari riesce a rendere mirabilmente il passaggio da un sottobosco di cespugli, dove passano la notte i senza dimora, al vero sottobosco umano, quello delle “folle domenicali”, “della gente che ti guarda come se fossi un virus”.