Alberto Mori, videolettura da “Minimi vitali”, Fara Editore 2018, nota di Mara Cini


Sono minimi ma non trascurabili eventi questi trascritti da Alberto Mori, appunti di un quotidiano che registra piccoli, continui, significativi scarti di varia geometria vitale.

Sono fotogrammi che si spalancano in paesaggi o, più spesso, dilatano piccoli particolari e curiose apparizioni visive, catturando in contrappunto bisbigli, fruscii, movenze…

Sono fotogrammi che generano soste e attese. Sono gesti-ideogrammi a frugare dentro pieghe

d’ odori, frasi che rigano la luce, coni d’ombra, perimetri a macchia, gocce sospese per un attimo.

Sono fotogrammi come rinnovati risvegli dell’occhio e della parola, quando il cortocircuito sguardo-suono-mano-pensiero riflette, per un attimo, nel frammento, qualcosa di compiuto.

 

 

*

Fra due rettangoli bianchi

un suono elettronico

varia geometria vitale

 

*

Il passaggio del suono

sale acuito

In modulato debole

si spegne

Il fischio resta aperto

nell’aria della pioggia finita

 

*

Oltre

Vicino al binario

Vede scavo concluso

Una base cubica

Qui il palo sale liscio nella luce

 

*

Riassetto tenue

Neppure nulla immagina

 


Alberto Mori, poeta e performer, ha sperimentato l’interazione di diversi linguaggi artistici: poesia sonora e visiva, installazione, video e fotografia. Numerose le pubblicazioni editoriali, tra le più recenti Canti digitali (2015), Quasi partita (2016), Direzioni (2017).