Novembre 2022, anno XIX, numero 52

Carmine Lubrano, Letania salentina e altre Letanie, JazzPoetry 2018, nota di Ranieri Teti

Balza per prima agli occhi l’inconsueta dimensione, esageratamente grande per un libro di poesia. Allo stesso modo era enorme il formato della storica rivista che veniva pubblicata da Carmine Lubrano sul finire del secolo scorso, “Terra del fuoco”.

Pensare in grande richiede adeguati supporti, pretende un ordine logico a prescindere.

Fernando Lena, da “La profezia dei voli”, Archilibri 2016, nota di Rosa Pierno

La necessità di esporre l’irrapresentabile di una esperienza durissima trova un valido aiuto in uno stile preciso e in una sintassi piana e ferma, come se con tale armamentario stilistico si potesse guardare con maggior fermezza nelle pieghe purulente di una realtà che ha pochi confronti. Lena punta il timone con decisione verso il dolore per affondarvi il suo sguardo. Ma il suo sguardo non diviene mai un cliché, non è mai pietistico, avendo dalla sua la ragione di colui che parla del dolore poiché vi è immerso.

Angela Greco, dalla raccolta inedita "Claire (della solitudine e altri ritorni)", nota di Laura Caccia

Della poesia e altri oltre

 

Nome colmo d’aria, un soffio, un vento, una voce. Nome intriso di luce, un chiarore, un foglio bianco. Chi è Claire, personaggio dell’omonima raccolta di Angela Greco?

Tra solitudini e presenze, affetti lontani e vicini, oltranze e “profumo di pane”, memorie e ritorni, Claire distende la sua figura luminosa, dai movimenti reali e irreali, nei sedici testi dall’accento visionario, con distico finale spesso di tono meditativo.

Carlo Giacobbi, da “Veramente quest’uomo”, Arcipelago Itaca 2018, nota di Rosa Pierno

Una riscrittura del Vangelo che è volontà di vivere l’esperienza diretta del discepolo, assumendo varie vesti, volendo sperimentare la potenza della parola nell’animo umano, non solo ripercorrerla, ma anche ricrearla. Ecco, perché se la voce autoriale sembra esterna, lo è solo artificiosamente. Ogni quadro è un prezioso cesello, una calibrata scelta di lessemi astratti che configurano la flagranza tra la miseria del reale e la spiritualità: “la tua cura è clemenza”.

Gerardo De Stefano, poesia inedita “Anadioménon”, nota di Ranieri Teti

Gerardo De Stefano si misura con un verso lunghissimo di difficile fattura: tanto è enorme, debordante e ipertrofica la materia testuale, quanto è levigata all’inverosimile, curata in ogni minimo particolare, la parola che la sostiene. Siamo di fronte a un testo che mentre lo leggiamo ci guarda dal passato, ci guida nel presente, ci porta verso il futuro; siamo di fronte a un testo che non si risparmia e non risparmia digressioni nello sconvolto ambiente naturale, quasi celate nei versi e allo stesso tempo manifeste.

René Corona, da “Compitare nei cortili”, puntoacapo 2019, nota di Rosa Pierno

Nulla esiste nel presente che non rechi traccia di ciò che è passato e che pure, resta lì infitto, a dare profondità all’insignificanza, valore al transeunte. Anzi sembra fornire un’incrollabile sicurezza la polvere che si accumula e che testimonia della possibilità di leggere, negli eventi più insignificanti, il valore che assumeranno nella totalità di ciò che è trascorso. Tale garanzia si estende al punto che diventano riscontrabili “le stesse malinconie/ la stessa acqua”.

Franca Maria Catri, da “Ti chiedo al vento”, Cierre Grafica 1017, nota di Mara Cini

Fra il tempo quotidiano degli orologi e il tempo ciclico, sacro, delle stagioni, con passi di sola andatastrong>, si dipana la nostra esistenza terrena.

La scrittura di Franca Maria Catri esplora questi diversi tempi e le loro differenti coloriture, che ci trovano sempre strong>dove non siamo.

Claudia Azzola, da “Il mondo vivibile”, La Vita Felice 2016, nota di Mara Cini

Mi piace rintracciare nelle stesse parole dell’autrice, in ciò che lei ha versato sul foglio come atto di vita, qualche nota di ciò che la poesia è: una carta istoriata, una terra di confine, materia da rammendo

Leopoldo Attolico, da “Si fa per dire” (Tutte le poesie 1964-2016), Marco Saya 2018, nota di Mara Cini

Note brevissime per un volume che raccoglie oltre cinquant’anni di lavoro di Leopoldo Attolico. Un volume “importante” dove si trovano riunite molte raccolte pubblicate, diversi inediti, una notevole bibliografia critica…

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