Autori del Premio Montano

Angela Caccia

Da Del silenzio che resta

 

***

Di fatto una diacronia

pensarsi giovani

in un corpo che non è d’accordo

 

convalescenza della giovinezza

-chi pensava di doverla scontare?-

la vita si fa fuga e destino

nessun verso viene più in pace

la nostalgia

è una luce dimenticata accesa

come il raggio di marzo

orientato a finestre e balconi aperti

saremo tutti Lee Masters

Daniele Beghè

da “Quindici quadri di quartiere”, Consulta 2018

 

I pilastri della Certosa di Sthendal  


 

Al principio di una strada malmessa


i pilastri affogano nella citta`


esplosa dentro la pianura. Lo sguardo

s’incunea nel rettilineo, al fondo

la Certosa. Prima asilo di suore,

d’angeli, demoni e malsani amori

e poi carcere di bambini. Un’arnia

di parole, arcana patria del poeta.

Evaristo Seghetta Andreoli

La chiglia

La tua presenza, la mia memoria esterna,

il mio coraggio finito in esilio.

ci sarà sempre un foro nella stiva

un occhio di luce, uno spiraglio di vita.

Ci sarà anche quando la chiglia incagliata

mi ricorderà che tutto diviene,

che il fermarsi è un’illusione.

 

Stefano Allievi

Da “Epica della normalità” 
 

non e` nulla

non e` nulla
e` il mondo che finisce
la terra che gira senza senso

il vivere inquieto delle cose
 

non e` nulla
e` il dolore del parto
la vita che nasce dalla morte
quella magnificenza assurda del sentire
 

non e` nulla
e` soltanto la ferita
del corpo inquieto, il cancro e la cancrena

che portiamo con noi senza sapere
 

Claudio Maria Zattera

L’ultimo esistito

 

Lo scellerato sogno di volere

un bacio di ritorno. Ricompensa

d’estasi si rifrange in schegge molli.

In ognuna di loro l’immagine

intera si conficca, guarda caso

convessa, proprio d’amore sporgente.

Ma all’infuori di te e di me, intorno,

non c’erano certezze, niente vita

e niente morte.

Le cose fluttuavano lontane

dalla definizione netta, pura

linea di confine dal possesso

Elide Maria Taviani

21 anni

 

21 anni si compiono una volta sola.

Come tutti gli anni, del resto.

Ma per i 21 era un compleanno speciale, la maggiore età.

Li ho compiuti in un luogo incredibile: un villaggio nel sud del sud, un luogo che, come disse una volta mia figlia, conosciamo soltanto noi, Curanilahue.

Una miriade di catapecchie, arrampicate lungo i cerros sulle pendici delle Ande, congiunte da sentieri sterrati che salivano dritti e scivolavano giù fango e qualche baracca ad ogni pioggia.

Enza Silvestrini

Da “Controtempo”, Oèdipus, 2018

 

Destinati ad altri mari

 

1

comincia sempre

con piccoli smottamenti

perdite di significati

tenui apparentemente

soffici svagatezze di

non ricordo

adesso mi verrà in mente

cui nessuno vuol dar peso

 

restiamo così tutti fermi ad aspettare

che qualche cosa avvenga

 

10

Irene Sabetta

Sogno horror

 

Nella città di Mobrun, le tigri reali, dalle fauci spalancate, sfamano con le loro carni, tagliate sottili, la popolazione locale e i viaggiatori.

Lungo il perimetro dei mercati, le fiere teste non più ruggenti, infilzate nei pali appuntiti di legno, sorridono ai passanti con occhi irridenti. Minaccia e accoglimento: benvenuti nella città delle tigri che si fanno mangiare per mangiarti con gli occhi.

Paola Novaria

Da “Habeas corpus”

 

***

A te stessa non mi nascondi. Ultimi,

senza clamore, si incontrino i corpi.
 

***

Manto in inverno.

Parimente lucente,

ho braccia aperte.
 

***

Febbraio

Flebile è il segno.

La luce allunga il passo.

Tepori inquieti.
 

***

Dove, infine, si riceva in dono

io braccia, tu parole l’approdo.
 

***

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