Autori del Premio Montano

Paolo Durando

Da “Pieghe del tempo”

 

***

FUTURA MEMORIA

Ci sarà un angolo di futuro,
una postazione, un'insenatura,
in cui sostare
per raccogliere gli anni
nel cavo della mano,
inanellarli in decenni,
in secoli, nel tripudio

della spuma dei giorni,

Ferdinando Distinto

Dalla raccolta inedita “Distanze a colmare”

 

Vorrei a volte vibrarmi

nell’aria. Bruciare

la distanza tra la mano

che libera il colpo

e la freccia che esegue.

Tra il comando

e il gesto che compie.

Almeno, credimi, mai

mi sono sottratto dall’essere

il bersaglio ferito

che tremante muove ancora

la mano a un altro colpo.

 

**

 

Posti al versante dei corpi

il pensiero si fa

Francesco Deotto

Da, “Nella prefazione d’una battaglia”, Italic, 2018

 

***

 

In effetti,

non ogni sera,

né ad ogni imbrunire,

arriverà l’ordine d’assecondare

le esitazioni del pavé.

 

Né ad ogni girovagare,

potremo esser certi

d’agguantare il grimaldello

d’un qualche pourparler.

 

Eppure,

anche senza garanzie,

anche senz’essere passati

Guido Cupani

Da “Meno universo”, DotCom Press, 2018

 

***

π

UNA POSIZIONE IN MERITO ALLA RELIGIONE

è quella della cimice capovolta

che ancora si sbracciava ad acchiappare l’aria

sola sul tuo altare la mattina di Natale

e che ho visto una seconda volta a Santo Stefano

mentre andavo a prendere la comunione

quando già aveva smesso di chiedersi con quante zampe pregarti

avendo trovato appunto

Laura Cingolani

Dalla raccolta inedita “Fare lo spazio”

 

È caduta l’immagine di me

 

È caduta l’immagine di me,

quella col vaso, i

fiori, anzi quella

non l’ho mai

avuta, è fuori. È caduta l’imma-

gine dove ho il collo

dritto, stabile, solido,

robusto, ma anche così non

l’ho mai avuta l’immagine

del collo. È caduta un’im-

magine di me che non

Angela Caccia

Dalla raccolta inedita “Il gesto del rifugio”

 

 

Qualcuno ha buttato il cuore in un roveto

e ora scrive

appunta io senza radici che affondano

sul foglio - ma un verso

resta atto di carità: non c'è infinito

che non soffra la sua stessa solitudine

 

* *

 

Lo sguardo pallido

il cielo convesso

qualcuno conta le tue costole - poi -

sei la sagoma mancante e di ogni tela

il lato non dipinto

Luca Bresciani

Dalla raccolta inedita “Il gioco dell’impiccato”

 

 

Ritorni alle diciotto

come i vassoi all’ospizio

e odori di mela cotta

nella tua bruna stanchezza.

 

Io ti porto le ciabatte

radunando le tue orme:

sono la farina e tu il tuorlo

a cui vieto lo schianto.

 

* *

 

Ricordarci di noi

è giocare a Shangai.

 

Una lentissima rapina

nello schianto della memoria

Silvana Baroni

Dalla raccolta inedita “L’alveare importunato”


Questione di cecità

 

Dalla terra smossa,

ovunque io vada, una talpa.

E quel salutarci

corrisposto, a misura,

che l’amore alla fine, si sa,

acceca.

 

* *


Viaggio breve

 

Un banco di prova.

Impettiti di clorofilla, sotto casa,

Joseph Barnato

Dalla raccolta inedita “Transiti e stasi”

 

Isole non vi sono - non v'è approdo

non lambe terraferma questo mare

 

e per tastarne la solidità

del fondo tra il liquame

di sogni di chimere caleresti

in apnea senza ossigeno

di scorta senza maschera

né pinne né scafandro?

 

bada: si è al buio là! là s'è da soli

 

là battiscafo è il chiuso di se stessi

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