Autori del Premio Montano

Clio Nicastro

Da “Sulle interruzioni”

 

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Vorrei ammazzarti in mezzo ai fiori,

ma è solo un lapsus di lettura.

La bandiera svizzera sul balcone di fronte è invisibile al buio.

Ne distinguo i contorni,

progressivamente,

mentre il cielo si fa bianco,

così pallido che l’alba è un canto di uccello senza colore.

La facciata del palazzo sputa i suoi dettagli,

uno per uno.

Marco Mazzi

Ricapitolazione (1997 crash)

 

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il volo fu relativamente breve. l’aereo era più piccolo del primo. due uomini si avviarono verso una limousine che li attendeva. la macchina, il nastro adesivo fissato al retro dei sedili pieghevoli. guardai la macchina.

 

Francesca Limoli

Da “antologia delle Luci” (” ONNIPOTENTE poema”)

 

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Non verità se non il tuo

portamento, estensione di

lillà e firmamento.

Non luce se non l’antro della tua

bocca, che promulga stasi

e l’estasi. Non c’è che il tuo

ginocchio che cresca

come albero e argento. Portento

sia

ciò che non si vede

perché è visto.

 

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Non ti dico parole

Pasquale Vitagliano

Da “Del fare spietato”, Arcipelago Itaca, 2019

 

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Più idee che lingua

Suole la lingua battere

Duole l’idea cattiva

È un’afta che rende orbi

E invece non c’è lingua

Senza un’idea che soffra

All’interno della cassa armonica

Soffia la voce senza fiato

Muore la lingua il mantice

Muove ogni sillaba che non

Ristagni nell’incavo dei bulbi

Jacopo Ramonda

Da “Omonimia”, Interlinea, 2018

 

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Tommaso (#4) 

Valentina Murrocu

Da “La vita così com’è”, Marco Saya Edizioni, 2018


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Virtus

 

Mi condensa il tuo disagio o lo raggruma

il fluido sotto il cranio e non

conosce opposizione alcuna

se dallo smartphone ignoro il tuo dolore

scomposto nei caratteri: rivedo

il medesimo dolore attraversare il preadolescente

che mi guarda sottrarlo alle attenzioni

della madre mentre replico il terremoto

Fabia Ghenzovich

Da “Se ti la vardi contro luse”, Supernova, 2018

 

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Tramontada

 

Inserti contorni slargài

bali spiritài i scombussola

in ’sta venessia stranìa

 

co’ i so arcani de aqua

che i ga el saòr del sal.

 

Crepuscolo. Incerti contorni dilatati / danze visionarie confondono / in questa città insolita // con i suoi arcani d’acqua /che sanno di sale.

 

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Francesca Fiorentin

Da, “Gli alfabeti intatti”, Arcipelago Itaca, 2017

 

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27 dicembre 2016

 

Non due cicliche serpi

sette corali sommessi

sulle maiuscole che svellono

alfabeti e tradizioni e radici

sulla terza moneta mondiale

ordina,

elettiva nuvola,

l’arresto.

 

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29 dicembre 2016

 

Rossastra sinopia

della mia arca

ridiscesa dal Nilo

alla petraia di canopi

Fabrizio Ferreri

Da “Corpo a corpo”, Ladolfi Editore, 2019

 

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Forma inaudita dell’origine

il buio vive

più dell’immagine.

 

Frastornato frasario

ci hai posto

tra i nomi e il loro fogliame.

 

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Ustione fino a diventare carne

ma lesa, lucida di crepe,

come niente a sé

trasecola

si confonde in trasparenza sul cifrato

evento, più addentro,

la recita.

 

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