Ranieri Teti

Fabio Scotto, da “La Grecia è morta”, Passigli 2013, nota di Rosa Pierno

Se la figura retorica dell’enumerazione è presente fin dalle prime pagine de La Grecia è morta di Fabio Scotto, sarà proprio scartando da tale elenco che il senso defletterà per immettersi dal mondo reale al mondo interiore: ciò consentirà l’apertura di un passaggio fra una Grecia “vittima dei raggiri delle banche” a una Grecia “che dorme fra gli abissi della Caldera / la Grecia a sera / nell’incanto dei fiori rosa / nella brezza che agita il mare”.

Stefano Della Tommasina, poesia inedita "Global", nota di Marco Furia

Una parola necessaria

 

Con “Global”, Stefano Della Tommasina presenta un’intensa composizione le cui vivide pronunce si susseguono secondo ritmi capaci di catturare l’attenzione e, nello stesso tempo, di lasciarla libera di proseguire.

“Se cogli al volo un dialogo di nervi l’occhio si riproduce”

dice il poeta sorprendendoci e inducendoci a riflettere.

Rita R. Florit, dalla raccolta inedita "Nyctalopia", nota di Giorgio Bonacini

Un poesia intitolata in modo diretto con un termine in cui convivono, senza contrasto, due significati che dovrebbero opporsi – vedere nell’oscurità e il suo contrario, questo significa nyctalopia – indica immediatamente una direzione di lettura verso l’esterna formazione di un mondo e, allo stesso tempo, un’idea di scrittura verso l’interiorità del dire poetico.

Marzo 2016, anno XIII, numero 30

Carte nel vento numero 30

La conclusione dell’ultimo Forum Anterem è stata affidata al concerto di Motocontrario Ensemble,  eseguito con musiche ispirate alla poetica di Emilio Villa (1914-2003). L’evento ha potuto contare sulla presenza di Bianca Battilocchi a introdurre l’opera villiana. Grazie alla stessa studiosa, oggi possiamo leggere quattro poesie inedite di Emilio Villa, appartenenti al ciclo dei “Tarocchi”, scritte negli anni ’80.

Ancora una volta, in questo nuovo numero di “Carte nel vento”, la redazione di “Anterem” al completo è attiva nel presentare i testi di alcuni tra gli autori segnalati, finalisti e vincitori della 29^ edizione del Premio Lorenzo Montano, esattamente come avviene dal vivo nelle giornate del Forum. La 30^ edizione è ancora in corso, la storia continua... scarica il bando della 30a edizione

In copertina: testo autografo di Emilio Villa

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Ultima pagina, “Sonnambule” di Laura Cingolani, nota dell’autrice e una variante

Là dove tutto dorme sgorga come latte un getto sincero di coscienza, là dove è veglia affiora come automa il flusso misterioso di un canto. Le sonnambule sono creature che abitano l’interstizio profondo tra questi due stati. Vanno tentoni, cieche e visionarie, ricercano cenni e segmenti nell’ignoto, mentre con lento movimento il passo incede. Trasportano energia estetica necessaria alla propria esperienza, veicolano corpo e verso, il loro stato di trance decifra e genera enigmi.

Gregorio Tenti, "Dell’immensa disfatta"

 

Non sanno nulla dell'immensa disfatta verso cui vanno, ignari di se stessi, nel brusio monotono dei loro passi sempre più rapidi che li portano impersonalmente con un grande movimento immobile. (…) Ma la caduta è forse questo, il non poter più essere un destino personale, ma la sorte di ciascuno in tutti.

Maurice Blanchot

I.

Gregorio Tenti, poesia inedita "Dell’immensa disfatta", nota di Ranieri Teti

Blanchot in esergo ci ammonisce, ammonisce tutti gli umani che “non sanno nulla dell’immensa disfatta verso cui vanno, ignari di se stessi”.

Gregorio Tenti, mediante la scrittura severamente controllata di questo poemetto tripartito, partendo da molto lontano, dove tutto è interno a tutto, ci porta poco a poco, attraverso quelle terre trapassate nel profondo e proseguendo il viaggio verso le bianche carcasse di eterno, a condividere il nostro destino prefigurato da Blanchot.

Loredana Lacroix-Prete, dalla raccolta inedita "Aeriforme", nota di Laura Caccia

Nell’evaporazione dei sensi

È alla ricerca di una forma che non abbia forma, nella decomposizione della materia e nella dispersione dei sensi, la versificazione rarefatta di Loredana Lacroix-Prete in “Aeriforme”.

Come l’evaporazione di una sostanza allo stato gassoso o di vapore, tutta la vasta gamma di sensi e sentimenti che l’autrice mette in gioco, nel loro tendere alla rarefazione, parte da un punto di ebollizione sottostante.

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