Ranieri Teti

Annamaria Ferramosca, da “Ciclica”, La Vita Felice 2014, nota di Davide Campi

La lingua poetica di Annamaria Ferramosca è complessa e poco prevedibile, fondata sulle intrusioni, di forma e di senso: “…forme disperse disperate da deportare/in fili d’aria files” ma anche: “nascita che ritarda ancora/grido che non erompe/eppure ogni istante si rompono le acque/e terre dilavano in diluvio”.

Giovanni Campi, prosa inedita "Tetr'agone m'usi che musica non m'usa", nota di Mara Cini

Maurits Cornelis Escher “con elevato virtuosismo tecnico” realizza le sue note illusioni spaziali, Giovanni Campi, almeno nella prima parte di Tetragone m’usi che musica non m’usa propone analoghe illusioni (non compiute illusioni verbali, però): Man mano che varcava la soglia, da cui n’era varcato, non sapeva più dire fosse dentro o fuori, ecc.

Gian Paolo Guerini, dalla raccolta inedita "Un attimo prima di desiderare", nota di Giorgio Bonacini

Gian Paolo Guerini ci presenta una raccolta di duecento paragrafi, apparentemente in prosa, chiedendoci espressamente di considerare l’opera come un poema, dove ogni paragrafo, di diversa lunghezza per numero di righe, è un verso. Dunque un’architettura unitaria, non per visibilità, ma per composizione.

Daniele Bellomi, da "Dove mente il fiume", Ed. Prufrock spa 2015, nota di Rosa Pierno

Un singolare pedinamento quello di Daniele Bellomi, in dove mente il fiume, condotto osservando l’evoluzione di un organismo e quella del linguaggio che, a sua volta, lo segue dappresso: “anche la fonte risultasse, fosse riconosciuta, prima / vede il primer, l’enzima, aspetta la ligàsi, legarsi, /leggasi”. Se nel linguaggio l’assonanza funge da similitudine, ma in maniera non fondata, che cosa avviene nello sviluppo dell’embrione “fino a quando la materia si compatta, diventa gelatina”?

Giancarlo Stoccoro, poesia inedita "Non hanno scuse", nota di Marco Furia


Un illuminante dire

 

Con “Non hanno scuse”, Giancarlo Stoccoro presenta un calibrato componimento le cui chiare pronunce sono semplici eppure infinitamente complesse.

Si veda ad esempio:

“le derive fragili del paesaggio

luoghi assoluti sottratti alle radiografie”.

Mario Campanino, dalla raccolta inedita "Vendesi uomo", nota di Laura Caccia

La dissoluzione dell’io

Nell’orchestrazione seriale, con cui Mario Campanino organizza l’impianto narrativo di “Vendesi uomo”, viene messo in scena lo smembramento dell’io, frammentato, fatto a pezzi, messo in vendita.

Angelo Andreotti, da "Dell’ombra la luce", L'arcolaio 2014, nota di Davide Campi

Angelo Andreotti è un poeta colto.

Si avvertono, nelle sue scritture, oltre alla passione per il dire poetico, anche tutte quelle capacità che derivano da un lungo e paziente esercizio di studio del mezzo espressivo.

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