Ranieri Teti

Giovanna Cristina Vivinetto, da "Dolore minimo", Interlinea 2018, nota di Laura Caccia

L’altro da sè

Di quale sofferenza non comune è interamente impregnato il dire di Giovanna Cristina Vivinetto in Dolore minimo? E, insieme al dire, il corpo che vive realmente in sé la frattura della diversità e che nella parola riesce a trovare la possibilità di un’ulteriore nascita?

Alessandro Ramberti, da “Vecchio e nuovo”, Fara editore 2019, nota di Giorgio Bonacini

Leggendo queste pagine si comprende la capacità della’autore di essere poeta dal sentire totale.

Federico Edgar Pucci, dalla raccolta inedita "Tiro ad anticipare", nota di Laura Caccia

Un arco dissonante

Un linguaggio straniante, contro-verso, colma le pagine di Tiro ad anticipare, in cui Federico Edgar Pucci snoda i suoi temi in un serrato esercizio tra vertigini e aporie, passioni e trasgressioni. Dove “Il peso del mistero gira il capo”. E dove il corpo e l’anima hanno la parola. Tra carnalità e perdizione, dissacrazione e pietà.

Antonio Pietropaoli, da “Tomoterapia e altro” Oèdipus 2017, nota di Rosa Pierno

Una straripante girandola di concatenazioni semantiche capeggiate da significati assonanti serve come viatico al lettore per insediarsi comodamente nel libro di Pietropaoli, dove già il titolo “Tomoterapia e altro” indica che siamo in un regime di terapia verbale. Il sapore è quello delle parodie o riscritture sanguinetiane che vale anche come argine alla stessa massa di detriti memoriali e culturali. D’altra parte, ogni nuova riscrittura rilancia e conferma, riapre e frattura.

Paola Parolin, poesia inedita “Senza titolo”, nota di Ranieri Teti

Il testo di Paola Parolin dice la distanza che intercorre tra la realtà e il desiderio; o meglio, sente il desiderio ma vede la realtà. Rappresenta un narrato che non è, né vuole essere, profezia, ma che si pone al confine tra astrazione e concretezza. Parolin produce un flusso breve, come può essere il volo di “un’ala su spalle cadenti”, oppure il viaggio di una vela intatta issata su una barca ormai in rovina.

Appare il mondo che si rovescia nel suo contrario. Fatto di freddo, giorni consunti, chiodi, pietre.

Paola Nasti, dalla raccolta inedita “Contro l’angelo”, nota di Giorgio Bonacini

In due parti si divide questa raccolta: che hanno però in comune la considerazione di ciò che è l’altro, come figura o come condizione esistenziale. La prima (che dà il titolo) è dedicata alla materia in cui la metafora dell’angelo si incontra e si scontra.

Andrea Marinucci, dalla raccolta inedita “Case di passaggio”, nota di Giorgio Bonacini

Questa raccolta poetica avvolge il lettore dentro un percorso lentissimo di ondulazioni malinconiche. E lo fa con versi attraversati da un filo costante di leggera nostalgia. Il tema è il luogo dell’abitare: dunque dello stare ma contemporaneamente anche dell’abbandonare. E’ la ricerca di un ascolto a muovere l’andamento del poema: anche un semplice suono in ciò che si disabita. Marinucci compone un canto compatto, ma non forzato; aderente al sentimento ma non rigidamente legato.

Carmine Lubrano, Letania salentina e altre Letanie, JazzPoetry 2018, nota di Ranieri Teti

Balza per prima agli occhi l’inconsueta dimensione, esageratamente grande per un libro di poesia. Allo stesso modo era enorme il formato della storica rivista che veniva pubblicata da Carmine Lubrano sul finire del secolo scorso, “Terra del fuoco”.

Pensare in grande richiede adeguati supporti, pretende un ordine logico a prescindere.

Fernando Lena, da “La profezia dei voli”, Archilibri 2016, nota di Rosa Pierno

La necessità di esporre l’irrapresentabile di una esperienza durissima trova un valido aiuto in uno stile preciso e in una sintassi piana e ferma, come se con tale armamentario stilistico si potesse guardare con maggior fermezza nelle pieghe purulente di una realtà che ha pochi confronti. Lena punta il timone con decisione verso il dolore per affondarvi il suo sguardo. Ma il suo sguardo non diviene mai un cliché, non è mai pietistico, avendo dalla sua la ragione di colui che parla del dolore poiché vi è immerso.

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