Flavio Ermini, Ranieri Teti, Mario Varini

Laura Caccia su Frammenti, 2012-2014 di Chetro De Carolis

Nel battito del buio

Il dire a brandelli che Chetro De Carolis adotta in “Frammenti”, nella concisione che potrebbe far pensare ala forma dell’haiku, rovescia le immagini nella loro assenza, le parole nel loro silenzio.

Dove l’haiku si fa soprattutto parola stupefatta e pensosa dello sguardo, l’autrice fa dei suoi frantumi parola del suono e del buio, come fosse ogni brandello poetico uno squarcio nel silenzio, un rintocco, un battito, in un breve risuonare di accenti di lingue diverse e di richiami musicali.

Laura Caccia su Codici di Gregorio Muzzì

Le radici delle percezioni

Cosa resta inciso nel pensiero poetico tra le generazioni e quali radici trova il dire che Gregorio Muzzì dispiega in “Codici”, nel convocare così tanti scrittori, poeti, musicisti, artisti da Campana a Cardarelli, da Rilke a Mann, da Dante a Hegel, da Bach a Dürer, da Caravaggio a Giacometti, “Stili poetici lontani”, come scrive l’autore, “comuni / assai lontani / nuovamente / radice”?

Laura Caccia su Poema dell’Inizio di Pietro Antonio Bernabei

La poesia del principio vitale

Nel racconto biologico dell’origine, che Pietro Antonio Bernabei declina in “Poema dell’Inizio”, è tutta compresa la sfida posta dalla poesia rispetto alla materia del suo dire: l’origine di cui si tratta non è l’inizio indagato dalla riflessione filosofica, ma è ugualmente l’oggetto di un pensiero che affronta la “genesi della vita sulla terra” attraverso una narrazione scientifica che assume lo sguardo dell’arte e la parola della poesia.

Laura Caccia su Inventario dei gesti di Enea Roversi

Il senso dell’umano

Ci sono gesti che / possiedono la grazia”, scrive Enea Roversi in “Inventario dei gesti” dove si declinano, nella tripartizione della raccolta, azioni “Di disperazione e rabbia”, “D’amore” e “Di vita quotidiana”.

E la gratitudine e la riconoscenza pervadono i gesti, nella ricerca del senso dell’umano, tra differenti azioni e stati emotivi.

Laura Caccia su Pedagogia del volto di Nicola Contegreco

Nel sangue del dire

Cosa ci insegna un viso, o, come si chiede Nicola Contegreco in “Pedagogia del volto”, quante leggi vi sono scritte?

Se, da un lato, l’autore vorrebbe poter dire “attraverso la linea / curva delle labbra”, dall’altro non può che registrare “i resti vivi del volto in itinere quella sua / trasmutazione di gorghi e di espressioni // distanti quanto l’incapacità di una lingua / sempre più lontana dalla via che deborda”.

Mara Cini su Incipit di Paola Zallio

Numerosi interessanti elementi si intravedono in Incipit, prosa poetica di Paola Zallio:

indagine sulla nascita del linguaggio tra ricerca di ordine “razionale” e ascolto delle pulsioni archetipiche, indagine sul germogliare e il fiorire della lingua nel formarsi dei nomi.

Mara Cini su Donne: le differenze di una crisi di Silvia Del Vecchio

L’analisi di Silvia del Vecchio riguarda il ruolo delle donne nella sfera economica e pubblica e rimarca come la cesura fra le “ragazze 2.0” e le giovani con le gonne a fiori…è un fossato che s’inscrive dentro una lacerazione storica più vasta.

Sarebbe interessante, in un ambito più approfondito, mettere a confronto anche il lavoro di scrittura di queste diverse generazioni femminili così prossime e così diverse.

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