Ranieri Teti

Vincenzo Lauria, dalla raccolta inedita “Teatr/azioni”, nota di Giorgio Bonacini

Trarre poesia dall’esperienza teatrale appare come un naturale prolungamento della materia scenica, verso una sintesi essenziale di sola parola e scrittura. In realtà non è così semplice. Il teatro è una multi-struttura di svariate componenti, mentre la sostanza poetica, nella sua unicità, le contiene tutte dentro un’unica materialità vocale. In questo poemetto, Vincenzo Lauria, riesce nell’impresa di farci vedere“i respiri e le pause” del recitare, con un dire che asciuga e scarnifica il fare teatrale.

Federico Federici, una prosa inedita, “Diario di alcune ore della notte”, nota di Mara Cini

L’idea di stare nello scorrere delle ore lasciando una traccia scritta “ravvicinata” è un espediente narrativo sempre produttivo. Nel caso di questa prosa di Federico Federici ne esce una forma a canovaccio piena di appigli e risonanze, anche per il lettore. Modulazioni, arresti di pensiero, riflessioni, percezioni che sembrano respirare ad ogni granello di sabbia che la clessidra rilascia.

Una registrazione quasi fisica dei sensi, all’erta nella notte.

La sacralità del buio con tutte le sue forme brulicanti (di preghiera?)

Franco Falasca, una poesia inedita, “Le musiche”, nota di Marco Furia

Un necessario enigma

Franco Falasca, con il suo componimento intitolato “Le musiche”, ci introduce in un territorio la cui inquietante atmosfera (che ricorda certe pellicole ambientate in drammatici dopoguerra) non è esente da pronunce che rimandano al mondo della scienza.

Cito ad esempio:

“danze di protoni”

e

“abbeverandosi a una fontana di protoni”.

Lia Cucconi, una poesia inedita, “Tatuaggio”, nota di Marco Furia

Una tatuata denuncia

Con “Tatuaggio”, Lia Cucconi presenta un componimento davvero conciso in cui ogni pronuncia occupa un posto molto ben definito in una sequenza poetica breve ma ricca di valenze evocative.

La poesia si apre con un richiamo a una

“Imprimitura dell’ordine indiviso”

che, nella sua articolata e vivida dimensione, risulta “passeggera” e “parallela”

“dentro a regioni di paesaggi

nei feticci delle quinte

Silvia Comoglio, una poesia inedita, “Antimondo”, nota di Marco Furia

La voce del dire

Con “Antimondo”, Silvia Comoglio presenta una breve versificazione il cui intenso ritmo sembra derivare da naturale necessità: le parole sono proprio quelle e non potrebbero essere altre.

Come staccando il frutto maturo dal ramo, la poetessa propone il risultato di un impegno poetico che chiede di essere ascoltato poiché c’è: insomma, la sua voce è spontanea.

Mauro Caselli, dalla raccolta inedita “Zamejca”, nota di Giorgio Bonacini

Mauro Caselli ci presenta un poemetto, con andamento a scansione di quartine in rima e prologo ed epilogo in versi sciolti a chiusura. Le quartine, che sono il corpo dell'opera, alternano la voce interiore di un figlio, con le parole dirette a lui, del padre che non c'è più.

Così, chi di sé ha solo il ricordo, (il padre) rivive un’esistenza che si manifesta nel figlio, quasi come rispecchiamento, in una triste apparizione di ciò che, " ora e completamente/è quel che lui non è più ".

Enzo Campi, dalla raccolta inedita “L’inarrivabile mosaico”, nota di Giorgio Bonacini

In ogni libro c’è una zona di oscurità, uno spessore d’ombra

che non si sa valutare e che il lettore scopre a poco a poco.

Ne è irritato, ma sente chiaramente che in questo sta il libro

reale, intorno a cui si organizzano le pagine che legge.

(Edmond Jabés)

 

Maria Angela Bedini, una poesia inedita, “Come la prima volta”, nota di Marco Furia

Espressive articolazioni

“Come la prima volta”, di Maria Angela Bedini, è una sorta di viaggio poetico (non a caso il componimento si apre con la pronuncia “io parto”) attraverso immagini, emozioni, sensazioni, pulsioni, che, per così dire, tendono a mostrare la non discordanza delle loro diverse fisionomie.

Febbraio 2018, anno XV, numero 38

ANTEREM
RIVISTA DI RICERCA LETTERARIA
 

Carte nel vento n.38

Il nuovo numero di Carte nel vento accoglie i poeti che hanno animato la giornata conclusiva del “Forum Anterem - Premio Lorenzo Montano” 2017. Ogni autore è introdotto da un redattore della rivista, così come avvenuto in diretta sabato 18 novembre scorso, presso la Biblioteca Civica di Verona.  Sono, ed erano, presenti Maria Angela Bedini, Enzo Campi, Mauro Caselli, Silvia Comoglio, Lia Cucconi, Franco Falasca, Federico Federici, Vincenzo Lauria, Laura Liberale, Marco Mioli, Francesca Monnetti, Alberto Mori, Paola Nasti, Alice Pareyson, Chiara & Loredana Prete, Massimo Rizza.

Grazie a questi poeti, ancora una volta il luogo della poesia diventa un composito paesaggio verbale, in continua metamorfosi: la sua lingua è una sintesi di suono, respiro, senso, pensiero. Una sinestesia che coinvolge similmente nell’ascolto dal vivo e nella lettura.

Quale miglior viatico per la nuova, 32^ edizione che scade il prossimo 20 aprile?
https://www.anteremedizioni.it/files/file/BandoMontano32.pdf

In copertina, Federico Federici “Concrete poetry” (Calligrafia, disegno, scrittura)

(leggi tutto)

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