Yarita Misako

Un'elegante vita



Con "live", Yarita Misako presenta uno sfondo grigio, sfumato e non uniforme, percorso da linee biancastre, sul quale risaltano, elegantissimi, esili segmenti curvi, distinti nella gradazione di colore e nella forma, tali da porre in essere una figura elicoidale, quasi un inedito DNA.

Si tratta d'una vera e propria danza sempre piùevidente via via che lo sguardo, dopo essersi posato sull'immagine, se ne fa prendere, lasciandosi incantare da un movimento rotatorio non prevedibile, da una leggiadra instabilità che può ricordare certe installazioni mobili di Calder.

Dico "può ricordare", perché qui non si è in presenza d'alcun vivace cromatismo, né di concrete oscillazioni, bensì di accenni intensi e leggeri, statici e dinamici nel contempo, ossia di figure assieme reali e immaginarie.

Nemmeno qualche (pur presente) minuscola scalfittura interrompe la tendenza di questi sottili frammenti a muoversi, ad ignorare il pallido spazio rettangolare su cui si stagliano e, chissà, a disperdersi dopo una circostanza di felice incontro.

L'enigma dell'esprimersi è proposto, con toni né inquietanti né gioiosi, nella sua ineffabile persistenza, annullando il concetto stesso di significato (ma non di senso) in un gesto estetico di rara grazia.

Il titolo, poi, appare molto appropriato: c'è davvero vita in un'immagine capace di attirarci e, con assidua delicatezza, di rapirci, mostrando segreti palpiti, intime cadenze dell'esistere.

Un haiku - visual poem? Forse.

Marco Furia


Yarita Misako, "live", in "d", n° 26, 7-20-82-504, kohokudai, abiko-shi, chiba 270-1132, Japan