Gaby Ramsperger

Il cavaliere e la sua bella



Con “Pulzella di un giorno distante”, Gaby Ramsperger, immaginando una diversa conclusione dell’ opera “La partenza del crociato”, scritta nel 1856 da Giovanni Visconti Venosta, propone una “ballata” i cui toni eroicomici si alternano a tratti lirico – passionali.

Il “cavaliere dai piedi consumati e stinti” ritorna da prolungate imprese belliche e incontra la sua trepidante pulzella, non più giovanissima, certo, ma ancora innamorata, secondo un tessuto narrativo in cui la poetessa avvicenda versi scherzosi, quasi parodistici, a pronunce che tradiscono una sua partecipazione emotiva (“tu sei stata … / la sola pace”).

Non soltanto, quando suggerisce per via di derisione, va anche oltre: mostra con intento burlesco, ma, intanto, mostra.

E’ come se la canzonatura si ribellasse e fornisse vie di fuga da sé medesima, provocando non ambiguità, bensì compresenza: diversi lineamenti stanno assieme, convivono.

Non si opta né a favore dell’ uno né dell’ altro: ambedue godono di pieni diritti.

A ben vedere, ci si trova dinanzi a una riflessione su caratteristiche del tutto umane: talvolta ci capita di essere coinvolti in vicende amorose e, nel contempo, osservandoci come dal di fuori, di sorridere di certi nostri, pur genuini, atteggiamenti, talvolta, cioè, aspetti buffi vengono a trovarsi accanto ad altri di natura passionale su di un piano, per così dire, di rispetto reciproco.

Non a caso, l’ autrice dedica “All’ amore di tutte le età”, con tono serio, il proprio lavoro.

Davvero questi versi liberi aderenti al narrato, eppure capaci di offrire, repentinamente, suggestive immagini pressoché prive di perimetro logico (“come fosse ormai dall’ altra lente del suo tempo”) – dai tratti descrittivi, quasi in prosa, alternati a spunti d’ intensa valenza poetica con rapido variare dei registri – davvero questi versi, dicevo, ci inducono a considerare quanto la

complessità dell’ esistere possa celarsi dietro un’ espressione linguistica, uno stile, quanto, perciò, occorra soffermarsi su ogni passo idiomatico cercando di portarne alla luce, il più possibile, le molteplici fisionomie.

Come fa Gaby Ramsperger, con la sua ballata.

Marco Furia


Gaby Ramsperger, “Pulzella di un giorno distante”, ODISSEA, Milano, 2008