Osip Mandel’stam

Da Anterem 72, “Hairesis”

Osip Mandel’stam

Traduzione di Elena Corsino

*
Lo dico in minuta, in sussurro
Perché non è arrivato il tempo:
S’ottiene con sapienza e sudore
Il gioco del cielo acerbo.

E sotto il cielo fugace del purgatorio
Noi dimentichiamo spesso che –
La custodia celeste e gioiosa
È la casa terrena che si distende.

9 marzo 1937

*
Forse questo è il punto di follia,
Forse questo è la tua coscienza –
Il nodo della vita nel quale siamo
Riconosciuti e slegati all’esistenza.

Come cattedrali di cristalli iperreali
Che una leale luce-ragno
Lascia correre sui costoni, e ancora
Raccoglie in unico fascio.

E i fasci riconoscenti di limpide linee,
Così mossi da timido raggio,
S’incontreranno, un giorno convergeranno
Quali ospiti dalla nobile fronte –

Soltanto qui, sulla terra, in cielo no,
Sì che a una casa di musica colma –
Se solo non li spaventeranno, nè li sfregeranno –
Cosa buona sarà per noi se vivremo…

Ciò che io dico, perdona...
Leggimelo piano piano...

15 marzo 1937

*
Alle labbra mi porto quest’erba –
Questa promessa vischiosa di foglie –
Questa terra spergiura: madre
Di bucaneve, aceri e querce.

Guarda, come io divento forte e cieco
Se mi piego alle miti radici,
E non è forse troppo lo splendore
Del parco fragoroso per gli occhi?

Ma le ranelle, come biglie d’argento,
Con le voci s’aggrappano a sfera.
Si fanno rami i pruni, e la bruma
Latteo pensiero stranito.

30 aprile 1937

I
Alla terra nuda, suo malgrado, volgendo,
Con passo dolce e discorde – lei va
Di poco avanzando l’amica lesta
E il giovane, quasi della stessa età.
È attratta dalla grave libertà
Di quel difetto che le ispira l’estro.
E chissà che un nitido presagio
Si voglia soffermare nel suo andare –
Su quest’aria di ciliegi in fiore
Per noi antica madre della volta tombale,
E questo ha principio eterno.

II
Ci sono donne care all’umida terra.
Ogni loro passo è risuono di pianto,
Accompagnare i risorti, e per prime
Accogliere i morti – hanno per vocazione.
Le loro carezze invocare è scellerato,
Allontanarsene – insostenibile commiato.
Oggi – angelo, domani – verme sepolcrale
E dopo domani soltanto sembianza...
Ciò che era incedere si fa inaccessibile...
Fiori immortali, cielo integro,
E tutto quel che sarà – soltanto promessa.

4 maggio 1937

Le poesie sono tratte dall’ultimo dei Quaderni di Voronez, il terzo (marzo-maggio 1937).