Vexations di Erik Satie, Articolo di Luigi Sabelli per L’Arena

Erik Satie: VEXATION

Quando alle 22,50 Albertina Dalla Chiara ha appoggiato le mani sul piano a coda nella stanza della Letteraria per il primo turno di due ore di “Vexation”, l’opera musicale di 24 ore scritta da Erik Satie nel 1893, forse in pochi si rendevano conto della sfida che stava per iniziare. La Letteraria era gremita di gente e posti a sedere disponibili erano pochi. Per la verità erano in pochi anche quelli che ascoltavano la musica che dopo un minuto aveva già detto, in termini di puro pentagramma, tutto. C’era chi guardava il cortometraggio surrealista “Entr’acte” firmato nel 1924 da Renè Clair con Erik Satie, Man Ray e Picabia, un capolavoro di cui circolano pochissime copie e che è stato proiettato a ciclo continuo per la durata di tutta la performance. Qualcun altro infine ascoltava l’introduzione che Francesco Bellomi ha fatto alla nottata leggendo brani dal libro “Quaderno di un mammifero” (Adelphi) in cui Satie dà una serie di indicazioni non solo ai pianisti alle prese con le sue opere, ma anche al pubblico. Un libro che alcune sere fa Quirino Principe aveva utilizzato per raccontare, sempre sulle note di Albertina dalla chiara, il Satie meno noto. E’ un testo, l’unico forse, in cui si racconta molto sul misterioso e l’esoterico Satie che tra le tante bizze della sua vita ebbe anche quella di nascondere decine di spartiti tra cui alcuni che comprendevano l’intervento di scimmie e cani. Anche questa surreale maratona pianistica di un’intera giornata, in cui uno o più pianisti sfidano noia e prostrazione fisica e ripetono in continuazione un brano di un minuto, fu ritrovato solo in un cassetto alla fine degli anni quaranta. Dopo le letture dei poeti Ida Travi e Marcello Gombos è iniziata ufficialmente la lunga notte della Letteraria. Una notte in cui, forse per la prima volta nella sua storia il palazzo di Scalette Rubiani è rimasto completamente aperto a tutti così come il microfono di fronte al pianoforte a disposizione di chiunque volesse leggere poesie e altro. E tra i nottambuli di passaggio almeno fino alle 2 di mattina non è mancato chi si è cimentato di fronte ad un pubblico che dopo l’una era ridotto ad una quindicina di persone. Parole e versi tutti seccamente e immancabilmente scanditi dalle poche note e dai tritoni di Satie suonati “eroicamente” alla tastiera dopo Albertina Dalla chiara, Giancarlo Rizzi, Nicolas Bugolo, Paolo Baccianella (che, suonando nel turno più duro, dalle 3 alle 7, è stato imboccato con brioche e cappuccino poco prima di passare il testimone) Alberto Fralezza, Ilaria Rigoli, Marco Dal Bon. La giornata è ripresa con le letture dei poeti della rivista Anterem e, prima della conclusione della maratona pianistica e di tutta la rassegna Verona Poesie, alle 23, alle 17 si sono ascoltati alcuni brani teatrali di Jana Balkan e Isabella Caserta, mentre alle 22 Massimo e Carla Totola hanno recitato alcuni suoi rari testi poetici. Adesso che tutto è finito l’evento (che ha pochi precedenti nel mondo e uno solo in Italia) verrà certificato come una sorta di guinness alla fondazione Erik Satie di Parigi.

Luigi Sabelli