Alberto Mori, "Esecuzioni", Fara 2013

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Alberto Mori “Esecuzioni” Fara Editore, 2013

 

Se il pensiero si riducesse unicamente all’orizzonte in cui insistono gli oggetti che accompagnano la nostra esistenza e fosse limitato al linguaggio da essi veicolato, nel senso che “il medium è il messaggio” del mai sopito sobillatore McLuhan, saremmo catapultati, come difatti accade in queste pagine di Albero Mori, in una bolla, sorta di epochè in cui si possono verificare alcune ipotesi. Non ultima quella della sfera estetica, in cui però questa volta è il linguaggio a farsi promotore. Alberto Mori ha dunque creato una stanza, diremmo, insonorizzata, dove ci sono strumenti musicali o strumenti che producono rumori come il telefono, la sveglia: “Quale luogo? / La rampa delle scale armoniche scoscende / Appunta veloce intervallo pianerottolo / Più tardi swinga nella clip del musical condominiale” e ove a partire da oggetti si costruiscono analogie con lo spazio, si innestano metafore, si rompe la sfera, ma appunto linguisticamente, con abbondante uso delle sinestesie: “Fra narice e pruno / sniffo chitarrista del colore assuono / Dalla tromba ancia FiatoVetro”. In tale guisa, l’ipotesi iniziale è verificata tramite la creazione di un mondo percettivo esclusivamente personale in cui il linguaggio s’incarica di costruire relazioni altrimenti inesistenti: trasparente, vibratile passaggio in cui da oggetti reali si giunge all’io che produce. Ma è un io che si costruisce esclusivamente tramite percetto e che individua nel pensiero estetico, l’unico pensiero d’interesse, ove la logica deve lasciare il passo a una maggiormente sinfonica rappresentazione e a una non meno complessa organizzazione. Così le esecuzioni che Alberto Mori mette a punto sono da vedere e da ascoltare, miracolo, mentre si legge. (R. P.)

 

 

9 (0:44)

 

Nel cerchio carillon giostrante

la nenia abbassa lenta

degrada ed appiatta

Scorre fantasmagoria rotoria

Poi oscillano dita xilophone

 

 

14 (2:54)

 

Tornasole del Reggae

Sguardi lucchettati disserrano

Oscillano ancora in narcosi penombrea

Dea Calypso danza lenta e scatenata

 

 

20 (1:44)

 

Trascorre alternanza

La sequenza si allunga

Varia nelle consecuzioni

Individua la serie

Raggiunge permanenza attiva

nella durata immaginaria

 

 

22 (4:05)

 

La tensione armonica sospinge improvvisa

 

La linea conchiude le mani

nel disegno tattile in composizione

 

Al dispiego appena meno labile

annotano evanescenze in battito

 

 

35 (1:02)

 

Battito oscuro

Atemporale della lontananza

Timpani taciuti simultanei

La luce scivola invisibile sulla musica delle sfere

 

 

Alberto Mori, poeta performer e artista, sperimenta una personale attività di ricerca nella poesia: dalla poesia sonora e visiva, alla performance, dall’installazione al video e alla fotografia. Dal 1986 ha all’attivo numerose pubblicazioni in poesia: tra queste ricordiamo Objects (2010), Financial (2011), Piano (2012) edite da Fara Editore. Sito internet: www.albertomoripoeta.com