Gennaio 2012, anno IX, numero 16

Viviana Scarinci, un inedito, “genius loci (nullus locus sine genio)”, nota critica di Marco Furia

ascolta l’orizzonte dissimula lo slancio

che sbalza ricordo e premonizione

in superfici che si guardano appena

 

nebbie fanno albe fittizie

separata la memoria di ciò che resta da accadere

il vuoto torna suffragi:

 

che torni in un soffio

 

pure che niente lo immagini

lo chieda, lo ami

che torni niente dopo niente

e che si veda che cambi

che chiami che pianga soltanto una volta e poi

cresca a scoppiare cicala

a sparire formica

Roberto Bugliani, inediti da "Versi scortesi", con una nota di Giorgio Bonacini

Invece

 

La piazza è il luogo di nascita della democrazia, che per sua natura è partecipativa. In questo caso la partecipazione è data dal numero attivo. La democrazia rappresentativa è la forma politica mediata che subentra al numero attivo quando il sistema di rappresentanza provvede a trasformare la partecipazione popolare diretta in numero passivo e avoca a sé ogni legittimità.

 

Roberto Ceccarini, inediti da "Tecniche di spaesamento", con una nota di Giorgio Bonacini

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ci vestiamo con i panni degli altri, perduti nelle strade
degli altri. tra case anonime e bianche. a cercare un vincolo
un luogo della terra, un qualcosa da assomigliare
non per qualche muta libertà, per qualche piazza Tienanmen...

 

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Guido Caserza, da “Priscilla”, Oèdipus 2009, nota critica di Rosa Pierno

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Al primo passo sei un manichino
senza ombra, un vestito di seta appeso fuori
dei miei occhi di madreperla: amore,
che interminabilmente ripeti te stessa, donna
che nasci dagli angoli della mia bocca, vecchia
stanca che appendi logori vestiti alle corde
del cielo, guarda: al tuo primo passo
la mia lingua è una vecchissima parola.

 

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Kiki Franceschi, opere visive da "Décodages", con una nota dell’Autrice

Silvia Ferrari Lilienau, saggio d’arte, "La coda del Surrealismo", con premessa di Mara Cini

Ecco da Silvia Ferrari Lilienau un’ analisi  delle forme artistiche del contemporaneo che mette il “fruitore” sempre più al centro della “produzione”  e lo porta ad essere, in parallelo, anche critico di un’espressività che si presume  “la coda del surrealismo”.

Sofia Demetrula Rosati, un inedito, "Il demolito è l’unica dimora del ritorno", con una nota di Marco Furia

Persefone esce dal Tartaro per reiterare l’annuale ritorno sulla terra. Demetra l’attende. Ade l’insegue. Sfinita dall’eterna divisione tra il desiderio di un uomo che la trattiene nel mondo delle ombre e una madre (doppio di sé) che la reclama alla vita, per far maturare i campi d’orzo, Persefone dimentica il suo compito. Il suo ventre nel mondo delle ombre rimane sterile, mentre quello della madre, doppio di sé, partorisce ogni anno, grazie a lei.

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